La ricorrenza della Festa della Madonna della Salute è occasione per riflettere anche sullo stato di “salute” economica della città che, in profonda sofferenza, vive giorno dopo giorno le drammatiche conseguenze della pandemia. In particolare grande è la difficoltà del mondo dell’artigianato e del piccolo commercio: «Una sofferenza che sta passando sotto traccia. Ci si sta concentrando sui pubblici esercizi come bar e ristoranti, un settore direttamente legato al turista. Da noi però anche l’idraulico vive di turismo: lavora negli alberghi e nelle seconde case, anche i loro cali di fatturato sono enormi» afferma Gianni De Checchi, segretario di Confartigianato, sottolineando che il Governo ha dimenticato le imprese che operano nei centri storici. La ricerca svolta da Confartigianato riscontra un calo di fatturato medio che si attesta a novembre tra il 52 e il 54%, con picchi che oscillano dal 72 all’84%. Numeri più alti rispetto al -38,6% di settembre che teneva conto dei mesi estivi.
Solo un po’ di ossigeno. «Adesso registriamo lo sblocco del contributo del decreto agosto per i centri storici, ma è cencioso» dice, definendo insufficiente la misura che prevede 500 milioni ripartiti in 29 centri storici italiani, che darà solo un po’ di ossigeno a chi fino ad ora non ha visto niente. Un bonus di cui tra l’altro beneficiano solo coloro che hanno un’attività aperta al pubblico e che non considera chi invece vende a singoli commercianti. «Così ne risentono fabbriche e laboratori artigiani fatti da uno o due persone. Al governo devono spiegare la differenza che passa tra chi vende al privato e chi al negozio che non vende, bastava solo fare riferimento ai cali di fatturato, indipendentemente da chi siano i clienti. In questo modo – osserva De Checchi – si creano solo ingiustizie e discriminazioni tra i vari settori».
Serrande abbassate. Intanto molti sono gli esercizi che in centro storico in queste ultime settimane hanno abbassato le serrande, se per sempre o momentaneamente questo lo dirà solo il futuro. In città si percepisce solo desolazione: «Un dramma iniziato ancora un anno fa con l’acqua granda a cui subito è seguita la pandemia. Sono tutte storie che presentano il conto ad una città unicamente asservita al turismo e che adesso si trova in crisi d’aria». Ma quale sarà la chiave per rilanciare il turismo un domani che l’emergenza pandemica sarà finita? «Parlare di futuro oggi è difficilissimo. Bisogna pensare al presente» risponde De Checchi. Tra le varie idee di Confartigianato c’è la creazione di un portale di e-commerce che verrà presentato il 25 novembre per dare la possibilità a tutti gratuitamente di aumentare la propria platea di clienti. «Allargare la potenzialità commerciale nel web è il modo per tirare fuori la testa dall’acqua».
Turismo di massa, salvezza effimera. La potenza del turismo di massa però, appena tornerà possibile viaggiare, farà riprendere l’economia e le città d’arte potrebbero essere le prime a rimettersi in piedi: «L’aspetto negativo del turismo di massa questa volta potrebbe essere l’ancora di salvezza. Una salvezza però effimera, perché – chiude De Checchi – riporterà a galla i problemi socioeconomici per cui si è combattuto fino ad un anno fa». (F.C.)