È esplosa, grazie a un video, la notizia di un esemplare di lupo che vaga per le campagne della Riviera del Brenta. A dimostrazione che questa specie, solitamente presente nelle nostre zone montane e collinari, inizia a spostarsi in pianura. Cosa sta succedendo e come interpretare quelle immagini? Risponde Mauro Bon, responsabile ricerca e divulgazione scientifica del Museo di Storia Naturale di Venezia.
Nel video si nota che l’animale non è intimorito dall’uomo che riprende con il cellulare mentre sta sul suo trattore: è perché si sente l’animale predominante?
«Il lupo non percepisce come pericolose le macchine, è per questo che non scappa subito. Anche l’uomo a cavallo o in bici non è immediatamente percepito come pericolo. Mentre l’uomo a piedi o in compagnia di un cane è sicuramente evitato accuratamente dai lupi. Il lupo non è un animale pericoloso per l’uomo: lo è meno di un cane da guardia non adeguatamente gestito dal padrone o della puntura di una zecca. Purtroppo c’è molto pregiudizio su questa specie dovuto a una percezione arcaica di paura nei suoi confronti».
Il lupo del video è un animale stanziale?
«È un po’ di tempo che la polizia provinciale segue questo esemplare, probabilmente un giovane maschio che, come altri, si allontana dal territorio d’origine per cercare nuovi spazi e delle compagne. Si tratta però solo di esemplari di passaggio che possono percorrere anche molti chilometri in una giornata. Parlando delle pianure venete, solo in Polesine è segnalata una coppia stanziale, che in una zona isolata vive nutrendosi di nutrie e lepri. Il lupo è un grande regolatore ambientale, soprattutto per regolare il numero di specie invasive come le nutrie».
Come mai alcuni esemplari di lupi, se pur sporadici, hanno deciso di scendere fino in pianura?
«La segnalazione della presenza di passaggio del lupo in pianura si colloca all’interno di un più ampio movimento di fauna che dalla montagna sta scendendo in pianura. In questi anni abbiamo visto scendere a valle caprioli, scoiattoli, cinghiali, sciacalli dorati, qualche caso raro di cervo e di recente c’è stato anche l’avvistamento di una martora. Anche il lupo pare stia seguendo questo trend».
Lo spostamento a che cosa è dovuto?
«Il grande aumento di queste specie è per lo più dovuto allo spopolamento della montagna e al conseguente allargarsi del bosco. Le zone di alpeggio sono molto diminuite come quelle che si usavano per l’agricoltura. Gli ambienti a prato, non più sfalciati, sono tornati a essere bosco. Il formarsi di un vasto ambiente boschivo con una bassa antropizzazione ha dato la possibilità a queste specie di trovare un ambiente favorevole, aumentando la propria popolazione».
È possibile una convivenza ravvicinata?
«In Slovenia e in altri paesi europei è già una realtà. La convivenza è resa possibile grazie a una buona gestione degli animali data da regole dettate dalla comunità scientifica in un lavoro di sintonia e scambio con le amministrazioni. Il fenomeno per ora è solo sporadico per quanto riguarda le aree di pianura o le fasce costiere meno antropizzate che in futuro potrebbero diventare un habitat adatto per qualche coppia di lupo».
Maria Giovanna Romanelli