Un’occasione per fare il punto sul lavoro svolto e ricevere qualche linea di prospettiva e di attenzione per il futuro: il Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, attivo a Venezia dal giugno 2019, ha incontrato nei giorni scorsi il Patriarca Francesco che – come racconta il dott. Alvise Patron Zennaro, psicologo e psicoterapeuta, referente del Servizio – «ci ha sollecitati ad un’opera di formazione fatta soprattutto secondo un’ottica preventiva e rivolta il più possibile a tutti. Gli atti di cui ci occupiamo, ha tenuto a sottolineare, sono un crimine e sono molto gravi perché ledono e feriscono non solo le persone coinvolte ma anche l’intera comunità ecclesiale». Il Servizio diocesano si avvale dell’apporto di un’équipe di consulenti con competenze differenti e integrate: accanto al dott. Patron Zennaro (referente) ci sono attualmente l’avvocato Matteo Pasqualato, la dott.ssa Elena Ramilli (ginecologa), la dott.ssa Benedetta Canu (psicologa e psicoterapeuta) e la dott.ssa Maddalena Cestaro (pedagogista).
Un elemento rilevante e un punto di riferimento per tutti è il centro d’ascolto, curato dallo stesso Patron Zennaro e a cui si accede su appuntamento inviando un’apposita mail a tutelaminori@patriarcatovenezia.it : «È uno spazio di accoglienza e di consulenza aperto a persone che hanno subito degli abusi – e può capitare, come è già avvenuto, che arrivino anche da fuori Diocesi – ma anche un riferimento a cui ci si può rivolgere per avere un parere o una consulenza ad esempio per capire meglio o avere indicazioni su come comportarsi di fronte a situazioni particolari o quando un minore fa o dice cose meritevoli di attenzione».
E che cosa fa il Servizio diocesano quando riceve qualcuno che si dichiara vittima di abusi? «Nel caso di una denuncia il compito del centro di ascolto è in primis accogliere la persona – ce n’è un gran bisogno – ascoltarla e poi dare alcune indicazioni e aiutarla ad individuare quale tipo di professionisti sarebbero più idonei a supportarla in questa vicenda, sia in ambito psicologico che legale, per intenderci. Non è compito del centro d’ascolto indagare e verificare l’attendibilità di quanto dichiarato. Sui fatti denunciati il Servizio fa una relazione al Patriarca e al Vicario generale; nei casi previsti dal diritto, dopo un’eventuale prima indagine canonica di approfondimento, l’intero fascicolo viene poi trasmesso al Dicastero vaticano per la Dottrina della Fede che, per legge, ha competenza esclusiva di giudicare in materia».
Le attività del Servizio diocesano non si fermano ovviamente al centro d’ascolto ed anzi si esplicano in più ambiti di informazione, formazione, sensibilizzazione e prevenzione. Dal 2021 si tengono incontri periodici e specifici per tutti i sacerdoti e diaconi ed altri più specifici con i preti più giovani (primi dieci anni di ordinazione), con i seminaristi, i catechisti, gli operatori pastorali, gli animatori e gli educatori che operano nelle parrocchie. E l’interesse sin qui manifestato è sempre molto rilevante. A dicembre 2022, inoltre, è uscito un piccolo manuale di “buone prassi” che è tuttora disponibile e scaricabile sul sito diocesano nella sezione dedicata al Servizio (è nelle pagine sulla formazione). Per facilitare la partecipazione, dal 2024, il Servizio realizza delle sezioni formative diocesane nei diversi vicariati realizzando incontri aperti a tutti (non solo, quindi, limitati a quello specifico territorio) e rivolti sempre in modo particolare agli operatori pastorali su dinamiche, conseguenze e riconoscimento dell’abuso; si è partiti da Venezia centro storico, dal Litorale e dalla Riviera, mentre nel prossimo anno pastorale ci si muoverà nell’area di Mestre e terraferma. Il Servizio, infine, prepara ogni anno la giornata di preghiera per le vittime degli abusi che cade il 18 novembre. «È in prossimità della festa della Madonna della Salute – aggiunge Alvise Patron Zennaro – e, come già fatto l’anno scorso, in quell’occasione pensiamo di riproporre uno speciale momento di preghiera per tutta la Diocesi proprio nella basilica della Salute».
Alessandro Polet
