Avviata a Venezia nella Casa dei bambini di Santa Maria dei Miracoli fin dal 1985, la catechesi del Buon Pastore – rivolta ai bambini dai 3 ai 5 anni – ora approda anche a Favaro Veneto, nella parrocchia di San Pietro apostolo, a Jesolo nella parrocchia di San Liberale e Mauro e a Eraclea nella parrocchia di Santa Maria Concetta.
Il percorso prevede un accompagnamento formativo rivolto agli educatori e alle educatrici articolato su più livelli, con incontri mensili: con l’inizio di quest’anno pastorale – spiegano le referenti – ha preso avvio il terzo e ultimo livello del corso del Buon Pastore , «un traguardo importante che segna la maturità di un percorso formativo e spirituale avviato ormai da diversi anni. Un’esperienza che continua a offrire strumenti preziosi a catechisti, educatori e famiglie per accompagnare i bambini nella scoperta del Vangelo, secondo il metodo Montessori e la catechesi del Buon Pastore».
Ideato nel 1954 da due donne, Sofia Cavalletti, biblista, e Gianna Gobbi, pedagogista montessoriana, il metodo catechistico del Buon Pastore ha il suo punto di riferimento a Roma, presso il Centro di catechesi del Buon Pastore, dove vengono organizzati corsi e sessioni di formazione ogni anno. A Venezia si sta espandendo, a partire dall’esperienza originale presso le Imeldine, con l’apertura dei nuovi “atri” (così vengono chiamati i luoghi preparati ad hoc per favorire l’incontro dei bambini con Gesù).
In particolare il nuovo Atrio a Favaro, presso la parrocchia di San Pietro apostolo, avvierà la catechesi dei bambini tra i 3 e i 5 anni a novembre, mentre quelli di Eraclea e Jesolo inizieranno la catechesi per i bimbi di 3 anni a gennaio. Presso la parrocchia dei Santi Giovanni e Paolo di Venezia, invece da mercoledì 12 novembre inizierà un laboratorio di preparazione al Natale, per bambini di 3-4 anni.
Fondamentale per raggiungere e coinvolgere nel modo più corretto bambini così piccoli è la preparazione dei catechisti, che seguono il corso del Buon Pastore: «Il corso – spiegano – è prima di tutto un’esperienza di crescita personale e comunitaria. Chi partecipa non solo acquisisce competenze pedagogiche e conoscenze bibliche, ma vive un autentico cammino di interiorità e riscoperta spirituale».
Lo conferma Simonetta, una delle partecipanti: «Partecipare al corso del Buon Pastore è un’esperienza fantastica. È un arricchimento a livello personale perché si conosce il significato di molti segni liturgici, di importanti passaggi biblici e si impara a conoscere verso quali argomenti il bambino è attratto nella costruzione della propria amicizia con Dio. Ad ogni età il rapporto con Dio ha sfumature ed esigenze diverse che la catechesi del Buon Pastore ha individuato e alle quali cerca di rispondere . Mai come in questo corso l’arricchimento è così completo. È un’esperienza che raccomando a tutte le persone che hanno a cuore la conoscenza e la comunicazione della Parola».
Personaggi in miniatura. L’incontro con i bambini si svolge una volta la settimana in un ambiente diverso dalle altre aule della scuola: un atrio nel quale vengono predisposte miniature in legno di personaggi e di oggetti significativi della fede cristiana e della liturgia della Chiesa. Il metodo unisce il racconto e il gioco. Il primo è la via migliore per crescere nella relazione con Dio perché richiede ascolto, attenzione e rispetto; il secondo è la via maestra usata dai bambini per imparare ogni cosa, anche la meditazione della parola di Dio.
Durante il corso, spiega Caterina, un’altra partecipante, «abbiamo cucito, costruito e sistemato i modellini da presentare ai bambini. Tutto a misura loro, per trasmettere il grande amore del Buon Pastore».
Grazie a questa combinazione di applicazioni manuali e concrete al racconto del Vangelo «i bambini così piccoli – sottolinea Debora – riescono a riconoscere la bellezza di Gesù, il loro amico sincero».
La sfida più grande è proprio quella di rivolgersi a bambini così piccoli: «Il motivo per cui abbiamo scelto il Buon Pastore – conferma Romina – è che mi entusiasma l’idea di far innamorare i bimbi piccoli di Gesù, attraverso lavori manuali che poi, solo con l’intuizione che lo Spirito può donare, li porteranno a scoprire il grande amore di Gesù per noi. Immagino che l’entusiasmo che ha coinvolto noi catechiste coinvolgerà anche i bambini, e credo che questo contatto diretto con Gesù porterà certamente nuove vocazioni».
Nel corso di formazione si impara anche a comprendere la spiritualità dei bambini, come spiega Barbara: «Questo corso di catechesi mi ha dato una nuova visione della spiritualità del bambino. Il bambino è capace di relazione profonda con Dio, spesso più autentica degli adulti. Mi ha colpita la scoperta del ruolo dell’adulto come guida discreta, che non impone ma accompagna. Questo ribalta il modo in cui spesso viviamo l’insegnamento religioso: non si tratta di ‘trasmettere nozioni’, ma di favorire un incontro tra il bambino e Dio, e infatti questa catechesi dà molto spazio al bambino e al rispetto dei suoi tempi».
L’avvio del terzo livello rappresenta non solo una nuova tappa formativa, ma anche un segno di comunione e di crescita condivisa: un cammino vissuto insieme da catechisti, genitori e parrocchie che si sostengono a vicenda. Ogni nuovo Atrio, concludono le referenti, «diventa un luogo di incontro e di ascolto, dove bambini e adulti possono vivere la Parola attraverso il silenzio, la bellezza dei gesti e la contemplazione». (S.S.L.)
