L’obiettivo? Fare il maggior numero possibile di tamponi per trovare il maggior numero possibile di persone positive che, spesso senza sintomi, sono il veicolo principale del contagio.
È la strategia messa in atto dalla Regione Veneto, confermata oggi dal Presidente Luca Zaia e la cui realizzazione è coordinata dal prof. Andrea Crisanti, dell’università di Padova.
Finora, nella nostra regione, sono stati effettuati 64mila tamponi, il numero più alto al mondo in rapporto a quanti sono gli abitanti. «Il Veneto – commenta Crisanti, facendo oggi il punto della situazione insieme al Governatore – ha risultati migliori rispetto ad altre regioni perché abbiamo scoperto prima e in quantità maggiore le persone contagiate». Prova ne sia il numero alto – oggi sono circa 15mila – di chi è stato posto in isolamento domiciliare, proprio perché risultato positivo al tampone, insieme ai suoi familiari e ai contatti più stretti.
Già nei giorni scorsi, in realtà, si puntava ad un ulteriore rapido aumento degli esami effettuati, ma la difficoltà nel reperire macchine, sostanze reagenti e personale ha rallentato la crescita. Ora pare che almeno parte degli ostacoli siano superati, compresa l’acquisizione di un macchinario che rende più veloce (basta un’ora) il responso e processa più test.
«La persona positiva al tampone – sintetizza il prof. Crisanti – è un potenziale contagiatore, in particolare se non ha sintomi o ha sintomi molto lievi. Se identifico i positivi li potrò mettere in quarantena e avrò meno diffusione del contagio; soprattutto ridurrò la conseguenza più grave, cioè il ricovero in ospedale e in terapia intensiva».