La preghiera, il carisma fondamentale su cui si fonda l’Ordine delle Carmelitane Scalze. Una vita, quella delle monache, che abbraccia tutti indistintamente. «La nostra società è liquida e non ha valori certi. Noi siamo la luce che dimostra che c’è un senso. La vera gioia è dentro di noi e Gesù Cristo è la fonte della vera umanità. Ci sentiamo delle donne compiute e questo dono non è un’esclusiva nostra, ma per tutti» commenta suor Margherita, la madre superiora, sottolineando come la loro scelta di vita – la clausura – sia semplicemente stata una risposta ad una chiamata.
Ma non si tratta di un privilegio o di un qualcosa che le distingue dagli altri, in quanto ciascuno di noi ha il proprio ruolo che viene proposto da Qualcun altro. Sta al singolo rispondere di sì o di no. «Una radicalità in cui io do la mia vita per il Signore» aggiunge, chiarendo come la loro vocazione l’abbiano sentita come il modo più efficace di aiutare la Chiesa e il mondo intero, attraverso l’offerta – solo la preghiera non sarebbe bastata – della loro vita.
Testimoniare la propria fede. Le Carmelitane Scalze, il cui monastero sorge nell’estrema periferia nord della città, a pochi passi da campo Sant’Alvise, sono attualmente 11, dai 36 ai 94 anni. «Ho una gioia dentro che nulla fa crollare» dice suor Margherita, ancora a distanza di più di quarant’anni da quel sì gridato a Dio, spiegando che quando si entra in una determinata comunità, si rimane lì per la vita. «Io sono qui dal ’77 e posso confermare che Gesù non mi ha mai delusa. Quale, oggi, la preghiera più urgente? Chi ha fede la viva veramente, la testimoni concretamente nelle scelte e nello stile di vita. Credo che questo aiuterebbe tutta l’umanità nei momenti difficili che viviamo». E per quanto riguarda l’arrivo imminente del Patriarca suor Margherita aggiunge: «Siamo molto contente che venga a trovarci. Ci teniamo ad essere inserite e a vivere nella nostra diocesi, condividendone i problemi e le gioie».
La potenza della preghiera. Quella delle monache – come sottolineato da suor Maria Grazia – è una giornata in cui non ci si annoia mai. Le ore – scandite dai diversi momenti di raccoglimento e preghiera oltre che dallo svolgimento delle mansioni che competono a ciascuna – scorrono velocissime e piene di gioia poiché vissute in comunione col Signore. «La preghiera è veramente una potenza. È come chiedere a Dio – continua – che sia Lui a intervenire nella storia. È come portare nel cuore tutte le situazioni e metterle nelle Sue mani, perché le cambi». «Prima ancora di arrivare a sentire Dio – commenta suor Chiara – una persona deve innanzitutto ascoltare se stesso, il suo cuore e chiedersi: io di che cosa ho bisogno davvero? Per noi il silenzio è una scuola nella quale tu ti spogli veramente di te stesso, di tutto, e capisci quello che sei, chi è Dio». Numerose sono le persone affezionate alle Carmelitane di Sant’Alvise tanto da frequentare assiduamente le Messe domenicali e quelle dei momenti forti nel corso dell’anno liturgico, poiché la loro chiesa è aperta, per il culto, a tutti.
Marta Gasparon