«Scrivere qualcosa sul passato per guardare al futuro»: da qui è partita l’idea di Emilio d’Este di creare un opuscolo di frasi buranelle in dialetto, per l’occasione della festa dei santi patroni. Il ricavato dalla vendita degli opuscoli sarà donato alla scuola dell’infanzia dell’isola. L’iniziativa è stata possibile grazie alla collaborazione dell’Associazione Artistica Culturale di Burano, della quale Emilio d’Este è stato presidente per molti anni.
«Tradizione è un termine fondamentale», racconta la presidentessa attuale, nonché nipote di Emilio, Elena Barbaro. Questo è chiaro a chiunque apra l’opuscolo: esso infatti non è una consueta raccolta di poesie, ma piuttosto di frasi, di esperienze, di modi di dire, di piccoli aneddoti: «Racconti di poche righe di una Burano che viviamo o abbiamo vissuto».
Nel comporre l’opera, si è anche tentato di recuperare il più possibile lemmi, costruzioni e grammatica oramai purtroppo in disuso, che costituiscono il dialetto parlato nell’isola durante il Novecento, perché non ne vada persa la memoria.
Tutte le frasi sono raccolte in gruppi a seconda del tema che riguardano, dal carnevale, ai “vanitosi” fino ai più contemporanei turisti: tutte esperienze della vita quotidiana che recuperano anche la storia e le tradizioni locali. Diversi artisti buranelli, collaboratori dell’associazione, hanno realizzato illustrazioni a corredare ciascun tema, che abbelliscono ancora di più il libretto e rappresentano l’anima artistica dell’associazione e di Burano stessa.
La genesi dell’opera è cominciata quando d’Este si trovava in un momento di difficoltà, dovuto a condizioni di salute: «In quel momento – ricorda Elena Barbaro – ha pensato come poter ridare qualcosa alla nostra comunità e pensare al suo futuro».
Così, raccogliendo frammenti da collezioni di poesie e racconti buranelli già pubblicati in passato, è sorto questo nuovo opuscolo.
L’associazione, il cui scopo primario è favorire il mantenimento della cultura e delle tradizioni locali, ha scelto la festa dei santi patroni, il 21 giugno, come occasione per diffondere questo suo nuovo lavoro. È stato anche possibile ritirarne delle copie in piazza Galuppi lo scorso fine settimana, con un’offerta minima di cinque euro. «Abbiamo già ottenuto un’ingente somma e vogliamo ringraziare tutti gli sponsor e le imprese locali e soprattutto i privati che ci hanno aiutato con il finanziamento o l’acquisto dell’opuscolo», continua la presidentessa: «Abbiamo deciso di destinare il ricavato alla nostra scuola materna “Isidoro Barbon”, perché investire nei bambini significa pensare al futuro».
Marco Bucella