Da aprile nella zona di San Lorenzo a Castello due artiste e designer condividono il negozio-laboratorio “Spazio vivo”: qui, pur con storie diverse alle spalle, realizzano ciascuna la propria passione.
Le due artigiane creano soprattutto gioielli: Michela Salvi lavora i metalli, Xiaozhe Huang utilizza prevalentemente la tecnica del vetro a lume, talvolta combinandola con l’oreficeria. Le due artiste si sono conosciute durante l’ultima edizione di “Manos”, mercatino dell’artigianato locale che si svolge solitamente a dicembre a Castello: «Da alcuni anni cercavo un laboratorio perché la produzione in casa poteva creare dei problemi dal punto di vista dell’igiene e della sicurezza – spiega Salvi – ma non è facile trovare dei locali in affitto a prezzi accessibili. Sono stata contenta di incontrare Xiaozhe e di poter condividere questo spazio con lei in modo da sostenerci a vicenda e dividere le spese».
«Con questo laboratorio – aggiunge Huang – vogliamo dare un segnale per dire che è possibile realizzare i propri sogni e che si può ancora aprire un laboratorio di artigianato artistico a Venezia».
Michela Salvi, originaria della provincia bergamasca, ha studiato prima Fashion Design al Politecnico di Milano e poi Moda e Arti Visive allo Iuav di Venezia. Durante gli studi, però, ha scoperto la sua vera strada: «Mentre mio padre realizzava un tornio – racconta Salvi – ho visto cadere una goccia di stagno e sono rimasta affascinata da questo materiale. Da allora ho cominciato a dedicarmi da autodidatta alla creazione artistica con questo e altri metalli, inizialmente come attività parallela al mio lavoro in uno studio. Adesso che posso lavorare in un vero e proprio laboratorio posso dedicare molto più tempo a questa attività che mi rende felice. In futuro vorrei seguire dei corsi professionali di oreficeria, ma per adesso mi godo la soddisfazione di riuscire a scoprire da sola il modo giusto per rendere concrete le mie idee: non importa se per un’opera che un esperto fa in un’ora io ci metto tre ore o tre giorni perché quell’opera diventa un pezzo del mio percorso di crescita come artista». Queste creazioni “formative” acquisiscono per lei un valore affettivo e perciò non sono in vendita: «Non vorrei separarmene perché ormai ci sono affezionata – afferma Salvi – ma ovviamente mi fa piacere metterle in esposizione. Due anni fa alcune di queste opere sono state selezionate per l’evento Fashion&Jewels a Milano». Il fatto di essere autodidatta permette all’artista di cogliere anche opportunità inaspettate: «Raramente ho un progetto preciso, spesso colgo l’ispirazione del momento – racconta Salvi – e scoprire come fare una cosa può farmi venire l’idea per qualcos’altro. Molte volte capita anche che le opere partano senza una direzione particolare e che, sperimentando, prendano forma un po’ alla volta».
Xiaozhe Huang, nata a Pechino, si è laureata in Management dell’arte a Bologna e inizialmente aveva intrapreso una carriera di gestione nel marketing della moda e della cosmesi, ma è sempre stata affascinata dall’artigianato: «Non è stato facile lasciare un posto di lavoro sicuro con una solida carriera – racconta Huang – ma mi sono resa conto di aver sopportato per troppo tempo le costrizioni della società. Volevo poter scegliere la mia strada». Così dopo una formazione come orefice alla Hong Kong Baptist University, alla Milano Orafa Ambrosiana e alla Firenze Alchimia, ha trovato anche lei il “suo” materiale venendo a Venezia: «Ho svolto uno workshop presso il maestro Lucio Bubacco a Murano – racconta l’artista – e mi sono innamorata del vetro perché in un processo apparentemente così sereno io sento, invece, una forte intensità. Ho approfondito le mie competenze all’interno dello studio del maestro per due anni e mezzo, fino a quando ho aperto il mio atelier e ho continuato a sviluppare il mio progetto personale in un linguaggio contemporaneo». Le opere di Huang sono state esposte anche a livello internazionale e l’artista ricorda con emozione la fiera Grassimesse a Berlino: «Mi è piaciuto confrontarmi con un pubblico così ampio perché mi ha dato modo di capire cosa riesco effettivamente a trasmettere tramite le mie opere» spiega. Per la Venice Glass Week di quest’anno Huang ha svolto un workshop in “Spazio vivo” e prossimamente vorrebbe tenere altri laboratori e corsi: «Voglio trasmettere la mia passione per il vetro e il modo migliore per comprendere la meraviglia di questo materiale è vedere e provare di persona la lavorazione. Penso che possa essere una bella esperienza anche per chi non intende diventare artista perché in un mondo così digitalizzato è importante rimanere a contatto anche con i lavori concreti e creativi».
Camilla Pustetto
