Vi sono luoghi che pur nello scorrere del tempo, restano fissi nei ricordi e quando capita di tornare a vederli, il cuore si rallegra se sono ben conservati e hanno mantenuto la loro bellezza originaria; se invece lo sguardo si sofferma trovandoli rovinati e decadenti per l’incuria, allora la tristezza assale l’animo, quasi venisse rovinato anche il caro ricordo. Da tempo passando davanti alla chiesetta di Santa Lucia, situata nelle contrada delle Calleselle di Oriago, l’amarezza per l’abbandono in cui versava il piccolo oratorio prevaleva sui tanti ricordi.
L’edificio era stato costruito presso Ca’ Simionato nel secolo scorso, esattamente nel 1907 come testimonia la scritta nella griglia posta sopra il portale, per ringraziare la martire siracusana della guarigione di un bambino cieco. È una struttura semplice addossata a edifici residenziali privati; al suo interno custodiva la statua della santa che campeggiava sull’altare, mentre il soffitto era decorato con un umile affresco avente al centro una colomba raffigurante lo Spirito Santo e ai quattro angoli i simboli degli evangelisti. Per lunghi decenni il sacello aveva raccolto le orazioni e le suppliche di quanti sostavano in preghiera invocando Santa Lucia, ma poi non era più stato utilizzato e in quest’ultimo periodo aveva conosciuto un maggior degrado dopo esser stato spogliato di tutti i suoi arredi e lasciato nell’incuria più assoluta. Ora gli eredi della famiglia Penacchio, ultimi proprietari dell’oratorio, dopo una lunga trafila burocratica, hanno ottenuto piena facoltà di alienarlo e offrirlo in donazione alla parrocchia di San Pietro. Finalmente la chiesetta, una volta restaurata, potrà ritrovare l’antico decoro e tornare a essere luogo di preghiera e sosta devota di ogni passante.
Alessandra Giulian
