Gustavo Favaro è mancato nei giorni scorsi, ma rimane vivo nel cuore di chi lo ha conosciuto e amato per il suo sorriso, la sua semplicità e la sua tenerezza.
Gustavo fa parte di quelle persone nascoste che hanno avuto una storia importante da lasciare. Nato a Chirignago nel 1932, ama studiare da infermiere, ma appena sa che il conte Vittorio Cini cerca un cameriere per Palazzo Loredan sul Canal Grande, si presenta e ottiene il lavoro. Oltre ad avere una bella presenza fisica, impara l’etichetta del bravo cameriere, che ricomprende il vedere, sentire, ascoltare, ma non parlare.
Invitata da Cini a una cena, la moglie dell’ambasciatore Pietromarchi, lo vuole in Russia. Gustavo accetta e là lavora, stimato da tutti, come maggiordomo.

È presente a molti avvenimenti di rilievo, tra i quali quello dell’incontro del presidente Kruscev e il presidente Gronchi, nel 1960. (Nella foto di apertura, l’incontro fra il capo del Governo Urss Nikita Krusciov e il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. In mezzo e dietro a loro Gustavo Favaro, scomparso nei giorni scorsi a Oriago, a 92 anni)
Gustavo ha sempre accanto la moglie Maria e poi i figli e sa integrarsi nell’ambiente russo partecipando alle occasioni di relazione e costruendo rapporti di amicizia. Conosce Sofia Loren e Toti dal Monte al festival del cinema tenuto in Russia. Eleonora Giorgi vuole una foto con lui.
Quando torna per una vacanza in Italia, va a Roma, dove incontra papa Giovanni XXIII. Al rientro in Russia gestisce un ricevimento all’ambasciata americana e la fama di Gustavo corre oltreoceano, così che viene richiesto in America. Ma pensa ai figli che sono piccoli e ai suoi genitori anziani in Italia. Non accetta. Torna a lavorare al Plaza di Mestre, ma si offre per altri ricevimenti organizzati da nomi illustri, come il conte Rossi di Montelera che a Saint-Moritz festeggia con lo scià di Persia, la moglie e i figli, con l’avvocato Agnelli e la moglie…
Anche in pensione è cercato da Rosa Salva, dalla contessa Zavalli… A Oriago la sua casa è ricca di oggetti, di ricordi belli, di una vita vissuta con amore e passione. Negli ultimi anni gli piaceva lavorare un pezzo di terra e allevare qualche gallina. Diceva spesso: «Rifarei tutto quello che ho vissuto».
Elsa Marchiori