di Michele Di Bari
“Sentinella, a che punto è la notte?” Quante volte l’interrogativo del profeta Isaia irrompe nella coscienza collettiva e personale per meditare sull’abisso della guerra, sul contagio della pandemia e sulle molteplici criticità sociali.
Un interrogativo che si fa impellente nella domenica delle Palme in cui l’invocazione alla pace resta un obiettivo ambizioso.
Nei Riti della Settimana Santa con la processione della Domenica delle Palme, la luce si contrappone all’oscurità della notte, alle difficoltà di orientarsi, alla impotenza di poter tracciare un percorso per svegliarsi e svegliare.
A Venezia, poi, la processione, che si snoda tra le calli fino a raggiungere la Basilica patriarcale di San Marco Evangelista, assume il volto della speranza, di cui il Patriarca Francesco Moraglia ne indica i tratti fondamentali per farci scoprire che ogni umana rivoluzione, tesa a cambiare il mondo, è stata annientata da quella di Cristo: il Risorto che entra nella storia di ognuno.
È dunque il tempo del discernimento poiché l’umanità si interroga quotidianamente sulla giustizia, sulla tutela dei diritti , sulla cessazione della guerra e sul bene comune come meta di ogni azione umana.
Ma la sentinella è anche il presidio posto a tutela del patrimonio dell’umanità e delle sue conquiste, soprattutto dei diritti della persona e del rispetto della sua dignità.
E all’interrogativo biblico, la sentinella risponde che bisogna attendere ed avere pazienza; semmai ritornare il giorno successivo per ritrovare la nuova alba in cui la fiducia in Dio può rischiarare anche la notte più buia.
In questo spartiacque, si inserisce l’uomo contemporaneo che spesso sembra prediligere la forza travolgente del contingente e dell’oggi alla pazienza costruttiva e alla fede fiduciale in Dio.
“Nessuna eterna clemenza potrà perdonarci per aver sprecato l’aurora”, affermava Jim Morrison .
L’aurora quindi costituisce la spinta per comprendere le dinamiche di una società in cui le certezze dei nostri padri appaiono sempre più affievolite ed il destino delle persone , soprattutto dei giovani, esitante e dubbioso.
Ancora una volta, in questo compito arduo e difficile, la sentinella accompagna il futuro delle comunità per riscoprire le potenzialità dei territori, le sue radici, i suoi tratti identitari, rompendo il silenzio dell’apatia e dell’indifferenza.
È la vittoria del giorno sulla notte che sconfigge il male senza mai rassegnarsi perché la sentinella diventa la coscienza che fa risuonare il clamore del pensiero, non di rado ripiegato sulle onde
dell’etere. È il percorso della Settimana Santa che ci proietta alla Pasqua ed al tempo pasquale.
(Foto di Thays Orrico su Unsplash)