Non è solo la chiusura in sé di Altuglas del fondo americano Trinseo di Porto Marghera e i conseguenti 51 licenziamenti a preoccupare. Ci sono anche le conseguenze collaterali che si scaturiranno, perché altre realtà del territorio andranno in enorme sofferenza: ad esempio la 3V Sigma e Servizi Porto Marghera (Spm), tanto per citarne due.
Lo segnala una nota dei sindacati Filtcem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil di Venezia. «Si rischia – si legge nella nota – un effetto a cascata con la chiusura dell’azienda produttrice di plexiglass e derivati chimici, perché un intero indotto rischia di andare in difficoltà; infatti, Altuglas ha rapporti pure con industrie metalmeccaniche, edili, elettriche e di manutenzione generica».
I sindacati esemplificano la rete di relazioni soggetta al rischio domino: «Per Servizi Porto Marghera, ad esempio, il colpo inferto sarà maggiore, perché da questa società Altuglas beneficia della mensa, dell’infermeria, della caserma dei vigili del fuoco, oltre all’acqua demineralizzata prodotta dall’impianto SA9 di proprietà della stessa Spm e di tutti i servizi della rete antiincendio. Di più, Altuglas vende l’ammoniaca alla 3V Sigma, mentre la Engie Energia riceve il gas povero proprio dalla Altuglas che, a sua volta, lo brucia per produrre vapore per sé stessa e per darlo alla Sapio. Quest’ultima fornisce ad Altuglas aria compressa, azoto e ossigeno per realizzare la materia prima. E ancora, Altuglas riceve acetone da Versalis».
Insomma: una catena complessa d’interconnessioni tecniche. I sindacati durante l’incontro in Confindustria hanno chiesto il ritiro della procedura dei licenziamenti e l’avvio di un confronto serio per trovare una soluzione.
