Negli ultimi 15 anni, in Veneto, la percentuale di fumatori nella popolazione adulta (18-69 anni) è scesa dal 25% al 20%. E anche tra i giovani (18-34 anni), si è passati dal 32% nel 2010 al 25,8% nel 2024.
Sono due ottimi dati che dicono, finalmente, che il vizio da fumo della sigaretta si sta riducendo.
Lo segnala la Regione del Veneto in occasione della Giornata Mondiale Senza Tabacco, che si celebra domani, sabato 31 maggio.
Tuttavia, a preoccupare sono i nuovi consumi misti tra adolescenti: solo il 2% dei 13-15enni che fumano usa esclusivamente sigarette tradizionali. La stragrande maggioranza fa uso contemporaneo di diversi dispositivi, aumentando i rischi per la salute legati all’esposizione multipla alla nicotina e ad altre sostanze tossiche.
Tra i rischi più evidenziati sono da ricordare: la tossicità polmonare dovuta agli aerosol inalati dalle e-cig, oltre ai danni al DNA e allo stress ossidativo.
In questo contesto si inserisce la strategia regionale della prevenzione, articolata in quattro grandi direttrici:
1) Rete delle Scuole che Promuovono Salute (SPS), con interventi educativi integrati nei programmi scolastici;
2) Peer-education, con oltre 10.000 studenti formati come educatori tra pari;
3) 28 ambulatori per il trattamento del tabagismo, uno per ogni distretto sanitario;
4) Progetto Smoke Free Class, attivo da 25 anni in Veneto, che ha coinvolto nell’anno scolastico 2024-2025 circa 3.000 studenti, prevalentemente della scuola secondaria di primo grado.
Proprio nell’ambito di questa iniziativa, è stata premiata la classe 3ªA della Scuola Secondaria “C. Carminati” di Santa Caterina di Este (PD), vincitrice per l’impegno dimostrato nella promozione di uno stile di vita senza fumo.
«Non pensate – afferma l’assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, rivolgendosi genitori di ragazzi adolescenti – che regalare una e-cig ai vostri figli, e ai giovani in generale, sia una scelta innocua. Dietro questi dispositivi si nasconde un rischio concreto e crescente di dipendenza, danni respiratori e vulnerabilità psicologica. È tempo di mettere al centro la consapevolezza, la prevenzione e una cultura del benessere che protegga davvero i nostri ragazzi».