«La trincea brutta ce l’abbiamo per tutto aprile. Se siamo bravi chiudiamo questa partita per giugno e poi resteranno, tra giugno e luglio, un po’ di malati residuali: casi sporadici, isolati che non faranno più impensierire per le terapie intensive, per il numero di letti e il carico di lavoro».
Il presidente del Veneto Zaia è tornato oggi sulla previsione di come evolverà l’epidemia da Coronavirus. Sempre basandosi sul modello matematico sviluppato dalla Regione Veneto, Zaia fa un paio di considerazioni sullo scenario verso cui si va. Ne parla durante la quotidiana conferenza stampa tenuta nella sede della Protezione civile regionale, nel quartiere Cita di Marghera.
«La prima considerazione – afferma il Governatore – è che tutti gli ospedali veneti, finita l’epidemia e per i nostri modelli questo avverrà tra maggio e giugno – torneranno come prima e meglio di prima. Meglio, sicuramente, grazie a tutte le tecnologie di cui li stiamo dotando per via di questa emergenza».
La seconda considerazione riguarda il sistema produttivo regionale e l’economia veneta: «Usciti da questa crisi molto intensa e di breve durata ci sarà inevitabilmente un rinascimento, ma cambieranno i modelli di pensiero e le priorità. Cambieranno anche le opportunità, perché c’è un settore produttivo, quello biomedicale, che il Veneto non possiede e che invece capiamo oggi quanta importanza abbia».
La ripresa, però, per Zaia non avverrà «senza una cura da cavallo per l’Italia. La Germania ha stanziato 800 miliardi, l’Italia finora solo 25. Bisogna uscire da quest’emergenza con le aziende non distrutte; serviranno perciò iniezioni di risorse, e solo allora ci riprenderemo e reinventeremo molti mercati».