Al via da metà agosto la sperimentazione su persone del vaccino interamente made in Italy. Prodotto da Reithera, azienda biotech con sede a Castel Romano, nel Lazio, viene sperimentato dall’Istituto Spallanzani di Roma e dall’azienda ospedaliera universitaria di Verona.
«Se tutto andrà bene – spiega il Rettore, Pier Francesco Nocini – avremo il vaccino pronto e somministrabile prima della fine del 2021. Sarà il nostro regalo di Natale per fare del bene alla popolazione».
Orgoglio italiano e veneto in questa avventura per la produzione di un vaccino anti-Covid interamente italiano, ma anche il rischio di arrivare dopo che gli altri sono già sul mercato (cinesi, russi e americani contano di usarlo sulla popolazione già alla fine di questo 2020… E già 25 vaccini sono alla fase sperimentale nel mondo). Nocini non è d’accordo: «Le variabili sono tante, per cui è probabile che il nostro vaccino possa essere comunque molto utile».
Fatto sta che la sperimentazione sull’uomo inizia: la si farà grazie a 70 volontari residenti a Verona e a 20 romani. Saranno divisi in due gruppi: persone dai 18 ai 55 anni, sane, cui verrà iniettato il vaccino in tre dosi, progressivamente crescenti in quantità. Dopo sarà la volta di 45 persone più anziane, oltre i 65 anni.
«Testato sugli animali – aggiunge Stefano Milleri, direttore del Centro ricerche cliniche di Verona – il vaccino ha dimostrato di sviluppare una risposta immunitaria, cioè la formazione di anticorpi, pari a quella sviluppata dalle persone che si sono infettate e sono poi guarite. Il che fa ben sperare».
Più difficile, infatti, sarà vincere la battaglio contro il tempo. (G.M.)