Si è conclusa questa mattina la XXII Riunione Scientifica dell’Airtum, Associazione Italiana Registri Tumori che, a distanza di vent’anni dall’ultima volta, è tornata a Venezia dall’11 al 13 aprile 2018.
Sono ad oggi 49 i registri presenti in Italia che coprono il 70% dell’intero territorio, ai quali recentemente si è aggiunto anche quello veneto che, con una copertura di circa 5 milioni di abitanti (ovvero del 96% della popolazione italiana), si pone al primo posto in termini di grandezza. «Le informazioni fornite dai registri sono state riportate proprio in questo convegno», spiega la dr.essa Lucia Mangone, presidente dell’Airtum, evidenziando alcune cifre, a livello nazionale, significative.
Sono circa 369mila le persone a cui ogni anno, in Italia, viene diagnosticato un tumore. La percentuale delle persone vive, a 5 anni dalla diagnosi, ha raggiunto il 60%, cifra che tende ad essere più alta nelle donne (in quanto prevalente è il tumore alla mammella), ma minore negli uomini (tra i quali vi è una prevalenza di tumore al polmone). Sono infine 3 milioni e 300 mila le persone vive, oggi, con una pregressa diagnosi; 900mila sono completamente guarite ed hanno una probabilità di morire pari alla popolazione generale.
«Nel 1948, anno in cui per la prima volta è stato curato un tumore con una medicina, la sopravvivenza – commenta il prof. Roberto Zanetti, presidente del Registro Tumori Piemonte – si aggirava intorno al 10%, mentre oggi, nei Paesi industrializzati, arriva al 60%. La mortalità sta diminuendo». Per quanto riguarda i dati del Veneto, sono stati da pochi giorni pubblicati online (www.registrotumoriveneto.it) alcune percentuali: al 1° gennaio 2016, il 46% della popolazione maschile (poco più di 127mila persone) ha avuto una diagnosi di tumore nel corso della propria vita, mentre il 54% (quasi 150mila) di quella femminile.
Marta Gasparon