Sono mille le copie del Calendario della Memoria che, in un momento così difficile a causa della pandemia, porteranno alla cittadinanza veneziana la voce di 32 autori e autrici di età compresa tra i 57 e i 98 anni (quasi tutti, comunque, sopra gli 80 anni).
Il calendario è al quinto anno di pubblicazione e anche per il 2021 è stato realizzato dagli ospiti della Residenza per anziani San Giobbe di Venezia, secondo un progetto sostenuto da Luigi Polesel, Presidente di IPAV e da Donatella Vianello, Direttrice del Centro Servizi, e con l’opera del Servizio delle Attività Educative della Residenza San Giobbe composto da Lorena Manca, Silvia Marzinotto e Mariangela Vianello.
A causa dell’emergenza Covid, il progetto è stato ripensato, lavorando non più all’interno del laboratorio di gruppo, ma in modo individuale con ciascun ospite.
Gli anziani sono stati coinvolti singolarmente dalle educatrici con interviste o con compiti di reminiscenza, scrittura creativa e redazione.
Nel calendario tre sono gli inserti prodotti dagli autori. Innanzitutto, la rubrica principale, che tratta degli elementi di arredo della casa veneziana del primo Novecento, nonché di oggetti casalinghi che ora sono considerati d’epoca e che hanno un valore storico ma anche funzionale.
Mese dopo mese vengono presentati il fogher, la scafa, la credensa, la giasera, il leto, la tola e le careghe e tanti altri.
Riscopriamo la tradizionale tavola di marmo sopra la quale si faceva la pasta a mano o il buon crocante che solo su quella superficie se incrostoiva subito. Ancora rinveniamo l’essenzialità del fuoco vero nel fogher o nella cucina economica, o nel lume che è una lampada col fogo dentro. E ritroviamo il legno massiccio dei cassoni e delle credense, quello di quando questi mobili erano fatti dai marangoni, i vecchi falegnami.
La rubrica iconografica presenta fotografie di corti veneziane con una didascalia breve e sospesa, spesso nostalgica, che lancia un ricordo di un momento di vita sociale, prossimità e vicinato che si svolgeva nei tempi in cui, in corte, le porte de casa le restava sempre verte.
Infine, una curiosa striscia “Parla ti, che parlo anca mi” tratta di una ricerca etimologica sulla derivazione internazionale di molte parole veneziane, ricordando come la vocazione e la salvezza di Venezia abbia da sempre radici cosmopolite.
La distribuzione gratuita del Calendario continuerà, grazie agli sponsor Markas ed Eureka, e interesserà gli ospiti e le loro famiglie, i servizi sociali, gli ambulatori medici, le farmacie, le scuole, le biblioteche, le parrocchie, le associazioni e altri ambiti di aggregazione sociale della Città.