Una trentina di cantieri, tra la Venezia d’acqua e altre località della diocesi riguardanti soprattutto chiese e campanili. Sono le opere di restauro e conservazione realizzate o in via di realizzazione dal Patriarcato di Venezia, grazie a tre diversi filoni di sostegno economico.
La panoramica degli interventi messi in cantiere – è il caso di dirlo – in questi mesi e nei prossimi è stata presentata mercoledì mattina a Palazzo Ducale nel corso di una presentazione alla quale sono intervenuti il Soprintendente Fabrizio Magani, il Vicario episcopale per gli Affari Economici mons. Fabrizio Favaro, il delegato diocesano per i Beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto don Gianmatteo Caputo e il prof. Bruno Barel dello studio Bma.
«Sono tutti interventi che godono di finanziamenti pubblici o che vengono sostenuti dai fondi dell8x1000 e quindi dalle offerte dei fedeli. Da parte nostra vi è una grande responsabilità nell’utilizzo di questi fondi e per questo è importante per noi fare un resoconto puntuale di quanto si sta facendo», commenta il Vicario episcopale mons. Favaro.
Tre, si diceva, i filoni di finanziamento: «Da una parte – illustra il Vicario – il Bonus facciate, che ci ha consentito di intervenire su 15 edifici di culto, poi per altri 10 interventi i fondi derivanti dall’8xmille destinati dalla Cei all’edilizia di culto, cui si aggiungono in parte anche contributi comunali secondo la legge regionale 44/1987 che destina dei fondi a questo scopo, infine i fondi del Pnrr che individuano le diocesi come stazione appaltante per interventi sulla sicurezza sismica e che riguarderanno – da qui a giugno 2026 – 4 cantieri. Si tratta quindi di 29 cantieri avviati nel giro di un paio anni».
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