«Essere “ultra” significa vivere ogni giorno da ultra e andare oltre», scrivono i volontari sui social, dove si susseguono, una dietro l’altra, le storie, le sfide, i volti.
Essere “ultra” come Mauro che, a 56 anni, un braccio soltanto e due ruote al seguito, si è iscritto alla 24 ore. Oppure come Leo, Lucio, Julien e Michael, anche loro in carrozzina; e come Andrea, Paolo, Francesco, Elisa, Giada, Marco, Giorgio e Arianna: insieme, nonostante la disabilità fisica o intellettiva, tutti loro saranno “ultra” il prossimo 13 e 14 aprile partecipando alla staffetta della Ultramarathon di Parco San Giuliano di Mestre.
L’evento sportivo mestrino ha registrato numeri d’eccezione: 550 pettorali prenotati e tra gli atleti in gara anche alcuni per cui la sfida sarà davvero speciale. Quest’anno infatti gli organizzatori hanno fatto i salti mortali per aprire il percorso e regalare un sogno anche agli atleti amatoriali portatori di disabilità.
È il caso dell’ultramaratoneta Mauro Tomasi. Trentino residente a Riva del Garda, 56 anni, Mauro è l’unico atleta a prendere parte a maratone con una carrozzina normale monoguida spinta da un braccio solo. «Ne ho portate a termine più di 70: New York, Barcellona, Berlino, Roma, Padova, Venezia e anche il Passatore. Non mi sono mai ritirato in nessuna gara», racconta. «È vietato fermarsi: è nelle difficoltà che esce fuori il carattere ed è proprio dalle difficoltà della vita che si apprende». E con questo spirito l’atleta affronterà le 24 ore della gara organizzata nel circuito di San Giuliano, uno dei più veloci in Europa.
Un’altra esperienza ha nel frattempo fatto breccia nell’attesa verso l’Ultramarathon Festival Venice. È quella dei ragazzi dello Sporting La Barena di Campalto, il gruppo di ragazzi – alcuni in carrozzina e altri con disabilità psichica o relazionale – che a San Giuliano affronterà la staffetta. Il tempo sarà nel loro caso limitato alle due ore, ma la potenza della sfida resterà inalterata, proprio come quella delle molteplici altre staffette che si susseguiranno nel corso della due giorni. Un’esperienza sportiva nata dapprima sull’acqua e che ora scenderà in pista.
«Dopo una pluriennale esperienza maturata in punta San Giuliano nel settore Paracanoa, nuove sfide sportive (e non) hanno stimolato il desiderio di trasferirsi al Passo Campalto di Mestre, accolti dallo Sporting La Barena di Campalto ASD», spiega Diego Dogà, che segue il progetto costituito da attività motoria sull’acqua, volta al benessere psicofisico dei ragazzi. «L’ intento è stato quello di creare uno specifico Centro sportivo per le attività adattate con la pagaia, rivolte a persone con diverse abilità», continua lui.
«Un ringraziamento va agli organizzatori di Ultramarathon Festival Venice nell’accogliere questo team, dando l’opportunità di vivere la manifestazione da protagonisti e non da spettatori».
Maria Paola Scaramuzza