Enrico Paganin, proprietario della copisteria “Alle Guglie”, esperto scalatore, è lo Spider Man di Venezia. Oltre a scalare le vie alpinistiche più ardue – e averne aperta una sull’Antelao – Paganin a Carnevale si veste da Spider Man e “scala” a mani nude le pareti della città.
Nato a Monselice e appassionato di arrampicata da quando aveva 15 anni, Enrico Paganin, ha come alpinisti di riferimento i celebri Walter Bonatti e Renato Casarotto. Si è trasferito a Venezia nel 1999 dove si è sposato con Maria. Può sembrare strano incontrare uno scalatore e alpinista in una città lagunare, ma bisogna ricordare che la sezione del Club Alpino Italiano (Cai) di Venezia risale al 1890 ed è una delle più antiche in Italia. Lo stesso Paganin è stato istruttore di alpinismo e arrampicata libera per diversi anni nella sede veneziana. «Da Venezia bisogna calcolare sempre tempi più lunghi e considerare che al ritorno, dopo aver lasciato la macchina a Mestre o al Tronchetto, si devono portare a piedi fino a casa tutte le attrezzature, spesso pesanti», spiega Paganin. A volte, pur di tornare in giornata e non stare troppo tempo lontano dalla famiglia, Paganin si alza anche alle tre di mattina e pratica la scalate in solitaria o con gli amici a cui è più affezionato. Altre volte, quando le scalate sono più semplici, coinvolge anche le sue tre figlie: Marta, Matilde e Bianca.
La via aperta sull’Antelao. Paganin ha dedicato proprio a loro la via che ha aperto sull’Antelao nel 2018, chiamandola Mamabi, dalle prime sillabe dei loro nomi. L’anno scorso nella tovaglietta commemorativa dei 50 anni del Rifugio Antelao c’era anche una sua foto. «Sull’Antelao sono state aperte solo 10 vie – spiega lo scalatore – di cui una è la mia, aperta in solitaria. L’idea di aprire una nuova via è sorta nel 2018 quando, ripetendo assieme a Luca Vallata la via di Riccardo Bee, ho notato alcuni punti deboli e delle pieghe che salivano sul lato destro della montagna. Ho fotografato molti tratti della parete fino a quando ho intuito una possibile linea, seguendo la logica alpinistica di cercare il facile nel difficile. Non è semplice tentare di aprire una nuova via perché non si sa mai se poi si riesce davvero: chi guarda l’alpinismo da fuori vede solo i successi, ma non conosce la fatica di tutti i tentativi falliti che hanno portato al risultato». Anche per questo motivo alcuni non si rendono conto della difficoltà dell’alpinismo: «C’è chi pensa di essere pronto quando ha comprato l’abbigliamento adatto, ma bisogna tenere presente che, soprattutto per scalate più impegnative, ci vuole molta esperienza – ammonisce Paganin –. Il mio consiglio a chi voglia accostarsi a questo sport è di seguire un corso con una guida alpina e procedere a piccoli passi, senza voler bruciare le tappe». Per il futuro Paganin ha in mente di ripetere alcune vie sulle Dolomiti e sul Monte Bianco.
A Carnevale si trasforma in Spider Man. Nella sua città di adozione, l’esperto alpinista sfrutta la sua pluridecennale esperienza di scalatore durante il Carnevale: quando tutti sono in maschera lui si trasforma in Spider Man. «Anni fa avevo un costume da Dart Fener – racconta l’alpinista – ma una volta le mie figlie mi hanno detto: “Papà, ma tu ti arrampichi, dovresti essere l’Uomo Ragno!” e da allora ho cominciato a usare il costume da Spider Man. Chiaramente quando salgo su edifici e ponti faccio sempre attenzione ed evito i monumenti storici. Tra l’altro ho avuto modo di conoscere anche l’attore Tom Holland, quando è venuto a Venezia per girare le riprese di “Spider Man-Far from home. E’ stato divertente conoscere il vero Marvel-Spiderman”, anche se, a dire il vero – conclude – io mi arrampico sui ponti e sulle case di Venezia senza nessuna attrezzatura. Proprio come il vero supereroe!».
Camilla Pustetto