A più di trent’anni dal primo allarme è stata disinnescata la bomba ecologica di via Teramo a Olmo di Borbiago.
Nella mattinata di venerdì 20 giugno una cerimonia ha sancito la fine lavori nell’ex discarica abusiva, nella quale oltre 7.000 fusti metallici contenti sostanze tossico-nocive erano stati sepolti negli anni Settanta.

All’appuntamento hanno partecipato il commissario unico per la bonifica delle discariche generale Giuseppe Vadalà, il vicesindaco di Mira Gabriele Bolzoni, l’amministratore unico di Veneto Acque Gianvittore Vaccari con il dirigente tecnico Francesco Trevisan, Kevin Dittadi di Idea Srl, il prof. Angelo Merlin dell’Università Ca’ Foscari.
Negli anni ’60, l’area di via Teramo era una cava privata per l’estrazione di argilla usata per produrre laterizi. Terminata l’attività, quella stessa cava fu colmata negli anni ’70 con rifiuti di vario tipo tra cui scorie industriali derivanti dall’interramento di fusti metallici contenenti composti tossico-nocivi come arsenico e cobalto, provenienti principalmente dagli impianti chimici di Porto Marghera.
Per anni, quei rifiuti sono rimasti sepolti e invisibili.
Solo nel 1992, durante alcuni scavi, sono emersi i primi fusti metallici. Le indagini sul sito hanno confermato fin da subito la criticità della situazione. Nel 1998 la questione è stata trattata anche in una Commissione parlamentare d’inchiesta.
Nel 1999, la Regione Veneto ha stanziato 1.136.000 euro per un primo intervento, con risorse della Legge Speciale per Venezia. Ma l’iter di bonifica si è rivelato lungo, complesso, e rallentato da questioni amministrative, tecniche e legali.
Nel frattempo, l’Unione Europea di Giustizia ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, che nel 2014 ha portato a una condanna con sanzioni fino a 42 milioni di euro a semestre, proprio a causa di 200 discariche abusive non bonificate, tra cui quella di via Teramo.
Nel 2017, il Consiglio dei Ministri ha nominato il generale Giuseppe Vadalà Commissario straordinario (oggi Commissario unico) per gestire l’adeguamento normativo delle discariche italiane coinvolte nella procedura europea. Per quanto riguarda via Teramo, il Commissario ha incaricato Veneto Acque, società in house della Regione, di eseguire indagini integrative, con l’obiettivo di circoscrivere meglio l’area su cui definire la tipologia di intervento. Nel novembre 2022, la Regione ha al commissario Vadalà la quota residua del finanziamento, pari a 922.542 euro.

A ottobre 2023 è stato quindi approvato il Progetto di bonifica con rimozione della sorgente primaria di contaminazione, e i lavori si sono conclusi ad aprile 2024, interessando circa 1.700 metri quadrati di areale. I rifiuti sono stati rimossi e smaltiti secondo i più alti standard ambientali, e le acque di falda contaminate sono state emunte e smaltite presso un idoneo impianto di trattamento.
A dicembre 2024, la discarica di via Teramo è ufficialmente uscita dalla procedura d’infrazione europea, e nel febbraio 2025 la Città metropolitana di Venezia ha validato la piena conformità degli interventi. Attualmente è in corso l’attività di monitoraggio delle acque di falda come prescritto dalla Città metropolitana in fase di certificazione.