Carpenedo ha perso un importante parrocchiano, Giovanni Veggis. Nato 88 anni fa a Venezia, Giovanni è stato una parte importante della nostra città.
Da ragazzo, abitava nella parrocchia dei Carmini ed è lì che è rimasto immortalato in un quadro: è l’Ecce homo dipinto dalla pittrice Lina Rosso. La pittrice ritrasse i giovani fratelli Veggis in altri quadri conservati in quella chiesa.
Alto e imponente, Giovanni ha lavorato per la Banca Cattolica del Veneto, ma la traccia più importante l’ha lasciata nel mondo del volontariato. E’ stato barelliere per l’Unitalsi a Lourdes e a Medjugorie. Per decenni, è stato socio AIFO, l’associazione Amici di Raul Follereau, che spediva quadrati di lana ai malati di lebbra. Questo gli ha dato l’idea di cominciare a confezionare coperte intere da mandare ai bisognosi.
Trentun anni fa ha iniziato a coordinare il gruppo dei pensionati “il Ritrovo” insieme alla moglie Valentina. Da allora ha recuperato dieci tonnellate di lana di scarto e di vecchi maglioni disfatti.
Ha spedito diecimila coperte a scaldare i ricoverati degli ospedali indiani, i profughi della guerra dei Balcani, i malati di Lourdes, i carcerati in Bolivia, i missionari in Perù, in Madagascar, Angola, Cameroon, Guinea, Tanzania, ma anche per aiutare molte realtà locali, come le carceri, la casa per adolescenti a rischio, i senza tetto in via Piave, il centro Aiuto alla Vita, i dormitori Caritas ed anche i terremotati italiani.
L’ultima consegna è avvenuta solo la settimana prima della sua morte ed è la più significativa perché dimostra che il suo esempio sta già portando frutti. Le coperte sono state confezionate dalle carcerate della Giudecca che dapprima ne avevano beneficiato. Sono state loro a fare le ultime 30 coperte spedite in Mato Grosso sabato scorso.
A casa, Giovanni conservava la targa d’oro Gomitoli di Pace per le coperte spedite a Sarajevo, e tante lettere di ringraziamento ricevute nel tempo, tra cui la lettera firmata da Santa Madre Teresa di Calcutta, scritta a macchina nel 1992, che ringrazia le signore del Ritrovo per lo scialle che le avevano spedito.
Giovanni era un uomo generoso, padre di bambini adottati a distanza, silenzioso aiutante di poveri e indigenti. Nell’ultimo anno, aveva sofferto per l’isolamento e l’immobilità dovuti alla pandemia.
Giovanni Veggis ha raggiunto la sua amata moglie Valentina Fullin, originaria di Tambre d’Alpago, che era mancata sei anni fa, e il fratello Giuseppe Veggis, mancato nel 2019, parrocchiano di Santa Maria Addolorata e presepista abilissimo.
Lo ricordano con amore le due sorelle: Teresa, insegnante in pensione, e suor Maria Pia delle Carmelitane Scalze di Monte Berico; i tre figli, Maurizio, Chiara e Alberto; e i nove nipoti. Questa grande famiglia si era stretta intorno all’amatissimo nonno lo scorso giugno per il suo 88esimo compleanno.
Giovanni Veggis non lascia un vuoto, ma lascia un grande esempio per la sua famiglia e la sua parrocchia.
Ilaria Serra