«Questo progetto rappresenta una sfida che lanciamo a noi stessi e alla città, senza rincorrere le emozioni legate ai fatti di cronaca e di attualità. Non perché non siano importanti, ma perché c’è il rischio di non guardare dritto negli occhi i problemi e affrontarli per provare a risolverli». Con queste parole Giampaolo Rossi, presidente dell’associazione “Marcato”, inizia a spiegare il senso del progetto promosso dalla stessa associazione con il supporto del Comune, “Jesolo… città per donne?”.
L’iniziativa propone di slegarsi dall’emotività dettata dai fatti di cronaca e di costruire un percorso per valutare la condizione della donna nel contesto cittadino, consentendone la massima espressione, in quanto sua risorsa fondamentale. Da un lato, quindi, il progetto invita a considerare l’atto di violenza contro le donne quale punto terminale di un percorso educativo distorto o mancato. Dall’altro punta ad interrogarsi sull’esistenza a Jesolo delle condizioni che consentono a ciascuna donna di realizzare se stessa e le proprie qualità, oppure su quali siano gli ostacoli che non lo permettono. Due le azioni sviluppate: lo svolgimento di specifici progetti nelle scuole e l’avvio di un questionario rivolto alle donne che vivono o lavorano a Jesolo (disponibile sul sito del Comune e dell’associazione “Marcato” fino al 29 febbraio), coinvolgendo le classi primarie di primo grado con laboratori fotografici, le secondarie di primo grado con ricerche sulla condizione della donna e le secondarie di secondo grado con approfondimenti sul tema della violenza di genere e la valorizzazione del ruolo femminile.
Va ricordato che il questionario è partito dal Municipio, dove lavorano 155 donne (104 i maschi). Questionario che richiede un account per essere compilato, che tuttavia non necessita di essere registrato, in modo da garantire il totale anonimato. È suddiviso in 5 aree: anagrafica, percezione della sicurezza sul territorio, conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, partecipazione alla vita pubblica, domande sugli stereotipi di genere. Le risposte restituiranno uno spaccato della percezione di parte delle donne su tematiche sociali, familiari e lavorative.
Una prima lettura dei risultati, assieme a dei docenti universitari, arriverà ad aprile, mentre il progetto “Jesolo… una città per donne?” si concluderà a maggio con una serata dedicata all’iniziativa.
«Il questionario ha come obiettivo principale – aggiunge Rossi – quello di prendere coscienza della propria condizione, qualunque essa sia. Non serviva? Io credo che invece avere coscienza di sé sia una cosa, mentre sapere che questa è condivisa un’altra. La via per correggere il problema».
Giuseppe Babbo