La ripresa si vede anche dai rifiuti. Nei primi sei mesi di quest’anno Veritas ne ha raccolti per 218.025 tonnellate, cioè il 6,3% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Non siano ancora alle 227.733 tonnellate del primo semestre 2019 (quindi prima della comparsa del Covid), ma la crescita testimonia una certa ripresa delle attività, in particolare di quelle turistiche, che accrescono la produzione di rifiuti nel territorio.
Il dato viene da un report di Veritas sul primo semestre, che mostra anche che la media di racclta differenziata dei 34 Comuni serviti dall’azienda è arrivata al 74,16%, contro il 73,57% nello stesso periodo dell’anno scorso.
Guidano la classifica dei Comuni “ricicloni” Fossalta di Piave (90,64%), Ceggia (87,9%), San Donà di Piave (85,83%), Cona (85,28%) e Santa Maria di Sala (85,19%).
Resta, però, il problema della qualità delle raccolte differenziate, spesso inquinate da materiali estranei che i cittadini conferiscono per errore o per menefreghismo.
Questi scarti interferiscono pesantemente con le operazioni di trasformazione in nuovi oggetti e materie prime seconde e, se presenti in ingenti quantità, impediscono il riciclaggio di interi carichi di materiali.
Scarti ed errori sono nemici dell’ambiente e fanno crescere i costi di smaltimento e trasformazione dei rifiuti. Si tratta di una decina di milioni di euro che ogni anno appesantiscono le bollette dei cittadini e che potrebbero drasticamente diminuire (fino a sparire) se tutti ponessero maggiore attenzione quando dividono i rifiuti.
Inoltre, all’interno dei sacchetti del rifiuto secco residuo ci sono ancora moltissimi materiali (circa il 40% del totale) che invece dovrebbero essere riciclati.
In sostanza, se tutti separassero bene i rifiuti, il secco residuo si ridurrebbe drasticamente e aumenterebbe la differenziata.