Questa è la sfida: far capire che c’è la possibilità di una vita un po’ diversa. E migliore. E che in questo senso la fede aiuta».
Don Lucio Cilia enuncia questo obiettivo per Jesolo Lido e i suoi abitanti. L’idea è che questo sia il contributo che la Chiesa può dare alla società. Una Chiesa in uscita che ha qualcosa da dire, nel dialogo, al mondo del lavoro e alle famiglie.
Un tempo “sospeso”, lungo 5-6 mesi. Tradotto nel linguaggio proprio della città di Jesolo, significa che la Chiesa ha qualcosa di proficuo da dire al turismo.
«La mentalità della stagione – riprende mons. Cilia – ha inciso in modo profondo nel tempo. Ma non è detto che non possa cambiare e migliorare. Innanzitutto perché non è vero che la stagione debba essere vissuta come è stata vissuta fino ad adesso. Cioè come un tempo in cui tutto è sospeso per 5-6 mesi. Perché in realtà, alla fine, se ne pagano dei prezzi, anche dal punto di vista delle relazioni familiari».
Il rapporto di coppia, ma anche quello genitoriale soffre di questa lunga parentesi, tutta dedita al lavoro. Per i figli si cerca una soluzione anche proprio presso la Chiesa, le cui iniziative in patronato, a partire dai Grest, sono quantomai gradite.
Però non è detto che demandare tutto ad altri, durante la “stagione”, sia la migliore scelta possibile. E non è neppure detto che non si possa ritagliare un po’ di tempo per sé e per gli affetti più cari: «Vorrei arrivare a dimostrare e a convincere che non si è in balìa del lavoro, durante la “stagione”. E che mettere fra parentesi gli affetti più importanti o il Signore, per tanti mesi, non fa bene. Liberare un po’ di tempo, invece, fa bene. E non lede l’efficacia e la produttività del lavoro».
Piazza Marconi, una sera di luglio, piena di jesolani. Un esempio di alternative utili e praticabili è dell’anno scorso: all’incontro serale, in piazza Marconi una sera di luglio, organizzato dalle parrocchie e che ha visto conversare il direttore di Avvenire Tarquinio, il direttore dell’Osservatore romano Vian e il Patriarca erano presenti soprattutto jesolani.
Ma accanto all’occasione culturale importante c’è anche la semplice passeggiata con la moglie o la fidanzata…
E quando ci si confessa… E in questo ragionamento c’è anche uno spazio per accrescere la… sincerità. «C’è stato anche – osserva don Cilia – chi si è confessato del fatto che, durante la stagione, non ha potuto andare a messa. E io ho ribattuto: ma se tu sei onestamente convinto che durante la stagione non puoi andare a messa, non è peccato, perché nessuno è tenuto a fare ciò che non può fare. Ma se invece puoi, allora però devi voler cambiare. Altrimenti l’anno prossimo ci ritroviamo da capo…». (G.M.)