«Il Cenacolo è una novità irrinunciabile». Lo ha sottolineato il Patriarca intervenendo all’incontro tenutosi sabato mattina, a Jesolo Paese, durante la Visita pastorale alla Collaborazione formata dalle parrocchie Jesolo Paese, Passarella e Cortellazzo e dalla rettoria di Ca’ Fornera.
«Il Cenacolo – ha spiegato mons. Moraglia – deve essere considerato alla stregua delle prime comunità cristiane della Chiesa apostolica, quando un piccolo gruppo diventava centro di irradiazione del messaggio cristiano».
Nella Collaborazione jesolana il Cenacolo è stato formato da qualche tempo; attualmente è costituito da rappresentanze dei Consigli pastorali. «Ma sentiamo la necessità – ha affermato don Gianni Fassina, parroco di Jesolo Paese e Moderatore della Collaborazione – di una maggiore definizione del profilo e del ruolo di questo organismo».
«Il Cenacolo non può essere considerato un consiglio pastorale», è la precisazione del Patriarca: «Il consiglio pastorale è una condivisione di pastorale, mentre il Cenacolo deve essere soggetto di pastorale».
A questo si aggiunge, ha proseguito mons. Moraglia nella sua analisi, che le comunità cristiane potranno contare sempre meno sui sacerdoti, il cui numero va diminuendo. Quindi le comunità dovranno saper garantire, attraverso la presenza e l’azione dei laici, quella vita quotidiana di presenza cristiana che si esprime attraverso la prima accoglienza, attraverso i momenti liturgici e l’assistenza ai più deboli grazie alla carità. «Non va mai dimenticato – afferma il Patriarca – che la presenza del prete è insostituibile perché è colui che presiede l’Eucaristia».
«Il Cenacolo – ha concluso il Patriarca – è una realtà che va costruita lentamente. Ma lentamente non vuol dire rinvio. Vuol dire fare un passo dopo l’altro avendo però chiara la direzione di marcia e soprattutto la metà da raggiungere». (G.M. Con la collaborazione e le foto di Giampaolo Rossi e don Pierpaolo Dal Corso)