“Ero nell’aridità, ora ho tutto il verde intorno”. Si è così concluso, con questo suggestivo scorcio di natura autentica ed incontaminata, l’appuntamento di apertura del nuovo anno accademico della Pastorale Universitaria di Venezia. A pronunciare queste parole una Santa Teresa d’Avila personificata, immaginata e presentata dagli studenti come un’instancabile viaggiatrice, alle prese con gli ostacoli della vita di ogni giorno e con la costante, assetata e quasi dirompente ricerca della propria identità.
Ma in questa caccia ontologica ed identitaria non è stata sola. Ad accompagnarla una cinquantina di studenti universitari, che hanno vissuto lo scorso lunedì 7 ottobre uno spettacolare percorso immersivo nel Giardino Mistico dei Frati Carmelitani Scalzi, a Venezia: un itinerario all’insegna della preziosità della natura, che evoca la misteriosa complessità che si nasconde nelle pieghe più recondite dell’animo umano.
Un coinvolgente cammino rettilineo di scoperta individuale, ma al contempo un affascinante crocevia di incontri, un percorso segnato da impronte plurime e diverse, che ci ricordano l’insostituibile valore dei nostri passi “che si confondono con quelli di chi ci cammina a fianco”. Ed è questo valore che da sempre costituisce uno degli obiettivi primi della Pastorale Universitaria, divenire proprio quell’incrocio confluenziale delle numerose giovani vite che qui scelgono di incontrarsi ed incrociarsi.
Gli studenti, provenienti principalmente dalla triade delle case studentesche diocesane di San Michele di Mestre, Santa Fosca e Casa Catecumeni di Venezia e dagli altri collegi in rapporto con la Pastorale Universitaria, si sono districati tra gli snodi principali del Giardino attraverso un itinerario tutto sensoriale, che ha stimolato e coinvolto in maniera diretta e viva tutti e cinque i loro sensi. Un tragitto all’inizio caotico, ma che si avvicina sempre di più, seguendo l’andamento dei suoi elementi naturali, ad un ordine ultimo; un percorso che ripropone, nei suoi snodi vegetali principali, l’immagine del castello interiore di Santa Teresa, cammino esistenziale alla ricerca di quella pace ed ordine interiori che sono solamente dono di Dio.
Inizia così, tinto di verde, questo prezioso incrocio di giovani vite della Pastorale, su un percorso tracciato dalla natura stessa ed edificato attraverso i suoi eterni e insvelabili segreti, appagati nellʼAmore di Dio. E quest’angolo di verde integro e primordiale, che appare fuori dal nostro tempo e dal nostro spazio ci ricorda, come monito eterno, di quali sensazionali metamorfosi l’uomo sia capace, proprio grazie a quella somiglianza quasi simbiotica che esiste con la natura stessa.
Elisa Davoli