«È il nostro animo che dobbiamo cambiare, non gli altri, non l’ambiente che ci circonda. Questa è la conversione cristiana. Che significa dire: Signore, sono qui, faccio io il primo passo».
È il suggerimento che il Patriarca Francesco lascia alla comunità parrocchiale di Santa Maria Ausiliatrice della Gazzera: un invito a cogliere appieno il senso e la valenza del tempo di Quaresima. Mons. Moraglia si è recato domenica scorsa, 28 febbraio, alla Gazzera, per celebrare la Messa. È stata la seconda uscita, dopo quella della domenica precedente a Eraclea, per significare con ancora più efficacia la vicinanza alle comunità, in questo tempo difficile: «È un periodo di prova e di fatica, le restrizioni sono doverose ma faticose», sottolinea il Patriarca, che aggiunge: «Io spero di poter dire che sia anche un tempo di crescita».
L’accento posto da mons. Moraglia, che prima della celebrazione si è fermato a fare visita, in casa di riposo, a mons. Luigi Stecca, è sulla conversione. «Siamo all’inizio della Quaresima, che è un tempo di conversione. E il Signore ci salva attraverso la nostra testimonianza». Ed è per questo che il cambiamento deve iniziare da noi stessi: «Non perché l’ambiente del lavoro, o della scuola o della parrocchia non debbano cambiare e convertirsi, ma perché io devo iniziare da me stesso. Questa è la conversione cristiana».
Iniziare da se stessi significa anche “lavorare” su se stessi, continuare a costruire il proprio credere, attraversare le difficoltà senza perdersi. Perché la fede, prosegue il Patriarca, «non è una cosa scontata. E la vita ci è data per crescere nella fede. Se io, a 67 anni, pregassi come pregavo a 25 anni, vorrebbe dire che i 42 anni intercorsi li avrei usati male».
Giorgio Malavasi