Il Patriarca a Mira, a Casa San Raffaele, nella Giornata del Rifugiato: «La pace è un dono di Dio in mano agli uomini. Ognuno di noi deve cercare di fare quel poco che può, ma farlo tutto, fino in fondo. E poi dire, come suggerisce il Vangelo: “quando avete fatto bene tutte le cose dite: siamo servi inutili”. Ma quell’inutilità serve a Dio per cambiare le cose nella storia».
Il Patriarca Francesco si è recato in visita, nella mattinata di venerdì 20 giugno, a Casa San Raffaele, il centro di accoglienza per immigrati gestito dalla Caritas veneziana a Mira Porte.
Nella Giornata del rifugiato, mons. Moraglia visita la struttura, che dal 1997 dà un tetto a chi, tra i migranti, è in condizioni di particolare difficoltà e fragilità.
Il Patriarca, fra l’altro, rivolge due pensieri a chi, in spirito di carità, presta tempo e capacità per la buona conduzione della Casa: «La buona notizia è che ci sono più operatori che ospiti. Un dato, questo, che permette di andare oltre la semplice accoglienza, perché l’obiettivo è di tenere insieme l’azione dell’accogliere con quella dell’integrare. E l’integrazione si realizza in due passaggi: grazie al lavoro e alla legalità, perché il lavoro non si può raggiungere se non c’è la legalità».
L’altro pensiero, nel segno della gratitudine, è rivolto a chi offre servizi molto concreti nella quotidianità di Casa San Raffaele. Come il servizio di lavanderia: «La dignità della persona passa anche attraverso l’abito, che dice molto: un abito pulito e in ordine dice qualcosa di importante sulla condizione di quella persona. Non basta, certo, ma è importante. Perciò ringrazio gli amici della lavanderia. E ricordo che Dio è più generoso di noi uomini, ve lo farà capire». (G.M.)