E se prendessero in giro tuo figlio perché le tabelline del 7 e dell’8 proprio non gli vanno giù e una semplice addizione si fa difficile come scalare una montagna?
Sarebbe un bel tormento. Per fortuna oggi accade sempre meno perché sta passando un’idea: che i disturbi specifici dell’apprendimento – la disgrafia, la dislessia, la disortografia, la discalculia – esistono e sono, appunto, disturbi. Cioè limiti individuali che possono trovare rimedi e compensazioni. A patto che siano diagnosticati presto e si provveda altrettanto presto ad affrontarli.
Un numero triplicato. Sarà anche per questo che, negli ultimi anni, è triplicato il numero di alunni delle scuole ai quali viene riconosciuto e certificato questo disturbo.
Nell’anno scolastico 2010-11, in tutt’Italia, erano lo 0,7% del totale; nell’anno 2014-15 sono diventati il 2,1% (dati Miur, Ufficio Statistica). E questo non perché ci sia stato un improvviso scatenarsi del problema, ma perché sta entrando nella consapevolezza collettiva che questo è un tema da riconoscere e su cui intervenire con serenità.
Sono questi alcuni dati e idee che saranno al centro dell’attenzione del convegno “Dsa: mettiamoci al lavoro”, che si terrà sabato 23 marzo, alle ore 14.30 all’Istituto Laurentianum in piazza Ferretto.
A promuovere l’incontro la cooperativa sociale Squero, presieduta da Gabriella Trevisan, che da anni si occupa di disturbi dell’apprendimento e della capacità di relazione.
«Noi dobbiamo riuscire a far capire – afferma Gabriella Trevisan – che esiste un futuro per questi bambini e ragazzi e che prima si fa la diagnosi, meglio è. Perché ci sono risorse, strategie e rimedi per aiutarli. E, se vengono dati loro dei supporti, riusciranno a essere forti; altrimenti rischiano di diventare soli e perfino emarginati».
Al convegno interverranno la pedagogista Michela Bettinelli, il responsabile sociale di Legacoop Veneto, Loris Cervato, l’educatore Ivan Dal Bello, il referente studente con Dsa e disabili di Unimore, Giacomo Guaraldi, il docente e formatore Davide Marsale e la psicologa del lavoro Mariachiara Pacquola.
L’obiettivo è di accrescere, in genitori e docenti, la conoscenza e la consapevolezza circa i disturbi specifici dell’apprendimento. «Sottolineo – afferma Loris Cervato – l’importanza di una diagnosi precoce. Spesso il disturbo viene diagnosticato solo alle medie, quando il disagio è diventato ormai un disturbo psicologico, per cui il ragazzo ha metabolizzato l’idea di essere diverso e soprattutto incapace. E questa condizione viene vissuta come handicap. Se invece precocemente, alla scuola elementare, viene riconosciuto il disturbo, il ragazzo soffre in maniera minore perché si adottano tutte le misure necessarie».
Dare strumenti agli insegnanti. L’attenzione, come si diceva tramite i dati statistici nazionali, è in questi anni decisamente cresciuta: «Di frequente, però – riprende Gabriella Trevisan – gli insegnanti sono tutt’oggi sforniti degli strumenti necessari sia per riconoscere certe situazioni sia per intraprendere azioni adeguate. La cooperativa Squero si impegna perciò a coprire questo vuoto. Con questo fine abbiamo iniziato ad organizzare incontri e convegni, l’ultimo dei quali, precedente a questo del 23 marzo, sulla discalculia».
Chi fosse interessato a partecipare al pomeriggio sul tema di disturbi specifici dell’apprendimento è bene scriva all’indirizzo dsa@squerocoopsociale.com o telefoni al cell. 347.78.42.246. Il convegno prevede un contributo di partecipazione di 10 euro a testa.
Giorgio Malavasi