Riaprire gli stadi, sia pure al 25% della loro capienza? Una cosa pericolosa, un inevitabile acceleratore di contagio. Lo sottolinea Mario Plebani, direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell’Azienda ospedaliera di Padova.
«Sono preoccupato – afferma il prof. Plebani – per l’intenzione che si sta manifestando». L’orientamento, infatti, è frutto della volontà della Figc ma avrebbe trovato un prudente sostegno da parte del ministro dello Sport Spadafora. Se si arrivasse a una decisione, il Governo redigerebbe un nuovo decreto, che supererebbe o integrerebbe quello vecchio, in scadenza il 7 ottobre. L’idea è, appunto, di accogliere tifosi non oltre il 25% della capienza dei singoli impianti con un’altra limitazione: non oltre mille spettatori per varco. Tutti i presenti, poi, dovranno indossare la mascherina, farsi misurare la temperatura e mantenere il distanziamento: andrà occupata una poltroncina su tre.
«Il problema – rileva Plebani – non è quando i tifosi sono dentro, seduti. Il problema è quando si entra e quando si esce e quando si attende di entrare o di uscire. In quei casi è inevitabile, con migliaia di persone: la calca ci sarà e simili assembramenti sono uno strumento formidabile di contagio».
Nella serata di venerdì 25 è comunque da registrare l’intervento del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha rimarcato il fatto che l’apertura degli stadi alle tifoserie non è in questo momento una priorità per il Paese, impegnato nella lotta contro il Covid-19.
Giorgio Malavasi