Il crowdfunding in soccorso del progetto di recupero del chiostro di Santa Maria Maggiore: lo ha lanciato nei giorni scorsi l’associazione La gabbianella e altri animali, sulla piattaforma www.produzionidalbasso.com. Attraverso la piattaforma è possibile versare un’offerta (di qualsiasi importo) per contribuire al progetto di restauro del chiostro, dove l’associazione guidata da Carla Forcolin vorrebbe finalmente ospitare i colloqui dei detenuti con le famiglie. Del progetto scriveva GV anche nei mesi scorsi: oggi i colloqui con le famiglie si svolgono in una stanza lunga e stretta, ma soprattutto estremamente spoglia. Un luogo inospitale, specie pensando che ai colloqui partecipano anche i bambini, figli dei detenuti. L’idea è appunto quella di attrezzare il chiostro, un’area verde all’interno di Santa Maria Maggiore, con una doppia finalità: da una parte impiegare nel lavoro i detenuti stessi, che così possono imparare un mestiere. La prima parte del progetto, intitolato “Lavorare per i propri figli” spiega Forcolin, è già stata finanziata dalla Regione Veneto. Ma ora c’è un ulteriore step da compiere: è appunto il progetto “Da detenuti a ponteggisti”, per il quale servono 3500 euro, che l’associazione conta di recuperare mediante il crowdfunding, proprio sotto il titolo “Da detenuti a ponteggisti”.
Un corso per ponteggisti. «Non appena il progetto è cominciato – spiega Forcolin – si è posto il problema del noleggio dei ponteggi che sarebbero serviti per intonacare i muri del chiostro. L’architetto Athos Calafati, che segue tutti i lavori del chiostro, in collaborazione con la Confartigianato, ha contattato il Centro Edili Venezia, ottenendo il noleggio, a prezzo contenuto e “solidale”, dei ponteggi». Non solo: il Consorzio si è reso disponibile a tenere ai detenuti un corso di formazione abilitante al mestiere di ponteggista. «In questo modo si potrebbero fare i necessari ponteggi e i necessari intonaci. I principi di fondo del progetto originario sarebbero ribaditi e resi più efficaci dal fatto che il mestiere di ponteggista è davvero richiesto sul mercato del lavoro». Senza il contributo le mura del chiostro sarebbero intonacate solo ad altezza d’uomo e sarebbe un vero peccato: «Se invece questo secondo progetto venisse finanziato, le facciate sarebbero completate e acquisterebbero maggiore dignità. Inoltre i detenuti avrebbero la possibilità di ricevere una formazione professionale davvero utile da spendere dopo la conclusione della pena».
Nel caso la somma raccolta dovesse risultare inferiore e insufficiente per dare seguito a questo secondo progetto, la somma stessa verrebbe “dirottata” sulle attività dell’associazione, illustrate con la massima trasparenza proprio nella piattaforma: l’associazione si occupa fin dal 1999 di adozione e affidamento, con attività oggi volte soprattutto a prevenire il distacco tra i bambini e i loro genitori nei vari modi possibili, attraverso forme diverse di solidarietà familiare; si occupa dei bambini presenti nel carcere femminile della Giudecca: provvede ad accompagnarli ogni giorno all’asilo comunale, li porta a giocare fuori dalla casa di reclusione nelle festività e al mare d’estate; è presente nella Casa Circondariale di S.M. Maggiore per sostenere i figli dei detenuti durante i colloqui con i padri.
Serena Spinazzi Lucchesi