“Tornare a Gesù”: questo il tema degli esercizi spirituali che don Giorgio Scatto, priore della Piccola Famiglia della Resurrezione ha tenuto ai diaconi del Patriarcato di Venezia dal 27 giugno al 1° luglio.
Il Centro di Spiritualità e Cultura Papa Luciani a Santa Giustina Bellunese anche quest’anno ha accolto e ospitato 12 diaconi con alcune spose e un diacono della diocesi di Belluno, accompagnati da don Giacinto Danieli, padre spirituale della Comunità diaconale.
Nel silenzio, interrotto solo dalle due meditazioni, una al mattino e una al pomeriggio, dalla preghiera corale e dalla celebrazione dell’Eucarestia, i diaconi hanno messo da parte per alcuni giorni le preoccupazioni del “fare qualcosa” per privilegiare l’ascolto del Maestro.
Ogni giorno la Parola di Dio sapientemente offerta e spezzata da don Giorgio veniva poi concretizzata e integrata con riferimenti precisi tratti dal magistero di Papa Francesco, soprattutto attingendo all’esortazione Apostolica Evangelii Gaudium sull’annuncio del Vangelo.
In questi tempi è più che mai necessario “Tornare a Gesù”, guardare a Lui, per poter essere autentici discepoli del Signore e annunciare la novità del Regno. L’annuncio della Pasqua si scontra con la mentalità di questo mondo, che è all’insegna di “potere, avere, apparire”.
I discepoli, i diaconi sono chiamati ad annunciare questo messaggio, mettendosi dietro a Gesù, camminando con Lui. Un cammino tutto in salita, un cammino che non ha un punto di arrivo perché la realizzazione del Regno è sempre in divenire e finché non si realizzerà pienamente come Dio vuole, secondo la Sua logica, si dovrà sempre camminare e sempre annunciare, prima di tutto con la propria vita.
Non una dottrina da seguire, un insieme di leggi da osservare, ma l’incontro con l’adorabile persona di Gesù; senza aver paura di accogliere, di condividere, di trasgredire, se fatto con Amore e per Amore, in obbedienza al Vangelo.
La vita diaconale non si deve adattare alle cerimonie, ma andare in tutte le periferie dove l’umanità presente nel povero, nel migrante, nel disoccupato, nel giovane, nell’altro, aspetta di incontrare l’Amore vero, Gesù il Figlio di Dio, colui che ha narrato il vero volto di Dio.
Se non si sarà capaci di portare Gesù, la Chiesa sarà una Chiesa morta, che non ha nulla da dire e da annunciare. E i diaconi saranno credibili se saranno capaci di essere testimoni autentici, che nulla antepongono alle esigenze dell’annuncio del Regno.
«Bisogna, tuttavia, non perdere la tensione per l’annunzio» a coloro che stanno lontani da Cristo, «perché questo è il compito primo della Chiesa. L’attività missionaria «rappresenta, ancor oggi, la massima sfida per la Chiesa e la causa missionaria deve essere la prima».
Che cosa succederebbe se prendessimo realmente sul serio queste parole? Riconosceremmo che l’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa. «Non possiamo più rimanere tranquilli, in attesa passiva, dentro le nostre chiese» e capiremmo che è necessario passare da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria» (EG. 15).
Anche i diaconi, come il vescovo e i presbiteri, sono chiamati ad essere guida e punto di riferimento per la comunità cristiana (e non solo), immagine di Cristo che si è fatto Servo.
Non sono mancati ai diaconi momenti di allegra convivialità rafforzando il vincolo non solo ministeriale ma anche fraterno e momenti di confronto sulla vita della comunità diaconale stessa.
Nel corso degli esercizi spirituali il Patriarca Francesco, accompagnato dal Vicario generale, ha voluto portare il proprio saluto e pensiero, compiendo una sobria, veloce quanto gradita visita.
diacono Tiziano Scatto