«Sono ottimista, perché è vero che Asia Bibi è ancora in prigione, ma si stanno sviluppando procedure importanti, per cui spero che presto potrà uscire».
Lo dice Paul Bhatti, a Venezia per ricordare il fratello Shahbaz, assassinato il 2 marzo 2011, quando era ministro per le minoranze religiose in Pakistan, proprio per il suo impegno affinché nel Paese si possa professare liberamente ogni fede religiosa.
Paul Bhatti, anch’egli ministro in Pakistan dopo la morte di Shahbaz, commenta così l’iniziativa che si terrà sabato 24 febbraio. A Roma il Colosseo si “tingerà” di rosso. Ad illuminare il più celebre monumento dell’Urbe sarà la fondazione pontificia “Aiuto alla Chiesa che soffre”, che intende puntare i fari sulla questione della libertà di fede. A Roma ci saranno tra gli altri anche Ashiq Masih e Eisham Ashiq, il marito e una delle figlie di Asia Bibi, la donna cattolica pachistana condannata a morte e in carcere dal 2009 per blasfemia.
«La pena di morte per fortuna è stata cancellata dalla Corte suprema del mio Paese», aggiunge Paul Bhatti: «Adesso speriamo che si riesca anche a farla uscire dal carcere».
Bhatti plaude all’iniziative del Colosseo che sabato si tingerà di rosso: «La sensibilità e la pressione dell’Occidente sono cose che fanno bene. In Pakistan cresce la sensibilità per la libertà e contro gli estremismi e i fanatismi. L’aiuto dell’Occidente è prezioso».