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Venerdi, 18 Dicembre 2015
Regione Veneto: 754 milioni per i non autosufficienti, «come l'anno scorso»

«P
er i non autosufficienti del Veneto quest’anno la Regione non solo conferma tutti i servizi residenziali, domiciliari e di ausilio territoriale all’indipendenza, ma garantisce anche maggiori stanziamenti. Il fondo regionale per la non autosufficienza è una delle pochissime voci del bilancio a non aver subito alcun taglio, anzi registra un aumento, di oltre 5 milioni rispetto all’esercizio precedente».E’ il commento dell’assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin al via libera dato oggi dalla commissione sanità del Consiglio veneto, al provvedimento che stanzia 754 milioni di euro per il fondo per la non autosufficienza, destinato a finanziare i servizi per anziani e disabili resi da Regioni, Ulss e Comuni. Il riparto diventerà esecutivo la settimana prossima, dopo la definitiva approvazione da parte dalla Giunta regionale.
Nel dettaglio, i 754 milioni del fondo 2015 coprono i 718 milioni di spesa territoriale per i servizi resi dalle 21 Ulss del Veneto e destinano 35,6 milioni alla cosiddetta ‘quota accentrata’, cioè a impegni di spesa a valenza regionale: 9 per i ricoveri dei pazienti degli ex ospedali psichiatrici; 5,5 milioni per il servizio di telesoccorso e telecontrollo; 5 per le ‘miniquote’ cioè dei contributi alle rette delle case di riposo per gli non autosufficienti che ancora non godono delle impegnative regionali; 2 per il is di Mogliano Veneto.
E ancora: 2 milioni per le impegnative di cure domiciliari per disabili, compresi i malati di Sla; 500 mila euro all’Ulss 4 Alto Vicentino per l’Osservatorio regionale sulle politiche sociali; 111.850 euro per progetti speciali di assistenza a domicilio; 58 mila euro per la prosecuzione del progetto di prestazioni diagnostiche e specialistiche ai disabili gravissimi ricoverati all’Opera della Provvidenza di Sarmeola (Padova); e 11,5 milioni di euro sono il ‘risparmio’ accantonato per rispettare la norma nazionale di contenimento della spesa, che impone di ridurre dell’1,5% la spesa sociale.
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