«Questo opuscolo non ha la pretesa di raccontare “glorie”, ma vuole essere semplicemente la raccolta di voci e immagini per esprimere l’affetto e il saluto a tutta la Comunità e il segno di come si è camminato insieme».
Il parroco, fra Gelindo Miolo, spiga così il contenuto e la ragione di “…e vi doni la Sua pace”, il volumetto di 128 pagine con il quale la comunità del Sacro Cuore prende congedo dai frati francescani Conventuali, che lasciano la parrocchia mestrina dopo 65 anni.
Il 31 agosto prossimo, infatti, i religiosi lasceranno la guida pastorale del Sacro Cuore, che passerà ad un sacerdote diocesano. Perciò il volume vuole raccontare fatti, volti e testimonianze di due terzi di secolo, durante i quali si sono succeduti 63 frati, 9 dei quali hanno avuto l’incarico di parroco. Ma, soprattutto, sono stati anni che hanno visto la nascita e la crescita della comunità cristiana parrocchiale.
«Il primo sentimento che ci accomuna in questo momento – sottolinea il Patriarca Francesco nell’introduzione – è quello della gratitudine e della riconoscenza al Signore per i passi provvidenziali che questa comunità ha saputo compiere sotto la guida dei tanti padri Conventuali – a noi tutti cari, uno ad uno – che l’hanno portata avanti e animata con passione e generosità, a beneficio di quanti frequentano abitualmente la parrocchia ma anche, più in generale, di tutti quanti la “abitano o vi si accostano anche casualmente».
Anche perché, rileva mons. Moraglia, «in questi anni la parrocchia e i frati del Sacro Cuore hanno rappresentato un punto di riferimento significativo per il variegato ed anche “complicato” territorio circostante e per la città di Mestre, che ha subito certamente – voi me lo potreste testimoniare – profonde trasformazioni, dall’ambito industriale e lavorativo a quello delle relazioni personali e familiari fino alla presenza, sempre più massiccia in mezzo a voi, di persone e famiglie immigrate di differenti provenienze».
«Lasciamo una bella parrocchia – aggiunge Fra Giovanni Voltan, Ministro provinciale dei Conventuali – che ha sempre saputo ben armonizzare la fraternitas francescana con l’inserimento cordiale nella Chiesa di Venezia. Non ci interessano tanto le cose, le poche cose personali da portare con noi insieme a qualche scatolone di libri: quello che duole di più sono gli affetti, le relazioni, le tante storie assieme vissute, la compagnia nei momenti lieti e in quelli tristi, l’eucaristia celebrata assieme nelle domeniche ordinarie e nelle feste, i camposcuola e i Gre.st. (Gruppo estivo), i ragazzi in patronato, l’incontro semplice nel quartiere, le gite e i pellegrinaggi, la messa e la preghiera di ogni giorno in cripta… Insomma e in una parola, la storia, la nostra storia, impastata assieme, giorno dopo giorno».
Il libro, corredato di numerose fotografie, racconta poi le tappe e alcuni momenti salienti: dalla costituzione del convento ai primi anni in cui la parrocchia era distinta in due parti, tra Mestre e Marghera; e la parte di Mestre era raccolta attorno alla chiesa appena eretta (piccola, rivelatasi presto insufficiente e ora sede del Centro Kolbe) e quella di Marghera, che faceva riferimento all’attuale chiesetta ex Agip, recentemente restaurata.
Poi tanti momenti di vita insieme: liturgie, incontro, attività per i ragazzi, carità, catechesi… «I frati Conventuali – sottolinea il Vicario foraneo don Guido Scattolin – sono stati, assieme ai Cappuccini e alle Clarisse, un richiamo all’essenzialità e profondità della fede vissuta sull’esempio di san Francesco per tutte le nostre parrocchie e realtà cristiane».