L’associazione “Venezia: Pesce di Pace” arriva per la prima volta in Senato con il progetto “501 disegni a sei mani dalla Giustizia alla Pace” per testimoniare che un semplice disegno può abbattere i muri dell’odio e insegnare la pace.
L’iniziativa, nata 26 anni fa per volontà della giornalista veneziana Nadia De Lazzari, è stata presentata a Roma nel primo pomeriggio di mercoledì 7 presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani in Senato. Molte sono le istituzioni che per l’occasione si sono trovate a dialogare sul trinomio scuola, carcere e volontariato. Dopo i saluti istituzionali del Sen. Giuseppe Francesco Maria Marinello, sono intervenuti Cosimo Maria Ferri, Sottosegretario di Stato alla Giustizia, ed Ermelinda Damiano, Presidente del Consiglio Comunale di Venezia. Con loro anche il Rav. Valter Di Castro di Roma, il Rav. Shalom Hazan di Roma, il Rav. Yosef Y. Labi di Verona e Vicenza, l’Imam Adam Abd al-Samad Cocilovo, membro del Consiglio delle Guide Religiose Coreis, e mons. Giuseppe Lazzarotto, già nunzio apostolico in Israele e delegato apostolico per Gerusalemme e Palestina della Segreteria di Stato Vaticano. Presenti anche sacerdoti e docenti da diverse città d’Italia, insieme a 30 ragazzi dell’Istituto Padri Cavanis di Roma.
Il racconto della pace. La mostra di disegni a sei mani, allestita prima a Palazzo Ducale a Venezia e poi nel carcere di Trento, ha coinvolto 1.500 bambini italiani, tunisini, marocchini e texani di 24 scuole. Gli studenti in circa due anni hanno a turno disegnato e raccontato la pace attraverso un foglio a forma di mondo diviso in tre porzioni uguali, nelle quali hanno trovato posto i loro autoritratti, le loro città e i luoghi di culto. Fondamentale è stato l’aiuto dei detenuti di Venezia e Trento che si sono impegnati a tradurre e trascrivere i pensieri di fratellanza degli alunni nelle diverse lingue: italiano, arabo, berbero, ebraico, francese e inglese. Un progetto culturale ed educativo internazionale che ha ricevuto il plauso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha anche scritto la prefazione del libro che accompagna la mostra, tradotto nelle principali lingue. L’iniziativa ha anche ricevuto la benedizione apostolica di Papa Francesco. Molti sono inoltre gli autorevoli rappresentanti politici e religiosi a sostenere l’Associazione: «Pesce di Pace sa di non essere più sola. Prima c’erano i bambini e le scuole, adesso ci sono le istituzioni più importanti, vuol dire che hanno a cuore questo progetto», commenta Nadia De Lazzari, ideatrice dell’iniziativa.
Così si promuove la convivenza pacifica. Significative sono state le parole del Sottosegretario di Stato alla Giustizia, che ha detto: «L’iniziativa offre importanti occasioni di riflessione e dialogo tra i popoli e le diverse religioni. Un progetto educativo di grande impatto sociale, come questo, consente di creare ponti di solidarietà, favorendo la promozione dei processi di convivenza pacifica e di integrazione sociale» ha affermato Ferri, sottolineando che quanto Nadia De Lazzaro ha fatto in tutti questi anni ha il merito di svolgere un’importante azione educativa, pacificatrice e di confronto interculturale. Poi sottolinea l’importanza che assume l’Associazione nell’ambiente carcerario: «Crea opportunità ricreative e risocializzanti per le persone detenute che si inseriscono nel solco del principio di rieducazione della pena». Felice del successo che ha riscosso l’iniziativa, la responsabile dell’Associazione, ha commentato: «Non era una cosa programmata, la proposta mi è arrivata qualche mese fa direttamente dal Sottosegretario alla Giustizia che, dopo essere stato informato dall’istituto carcerario di Trento, dove ho fatto l’ultima esposizione dei disegni, mi ha detto: “Se pensate a qualcosa per Roma sono qui”, dandomi piena disponibilità. È una grande gioia, accompagnata da tanta soddisfazione» dice, parlando poi del progetto nato ormai 26 anni fa anche grazie al sostengo del Patriarca Marco Cé. «L’idea è ancora di grande freschezza e attualità» ricorda Nadia, spiegando che la mostra di disegni diventerà sempre più itinerante.
A marzo a Tunisi. Verso marzo infatti la mostra sarà allestita per la prima volta a Tunisi, dove un incontro con le istituzioni accompagnerà l’esposizione. Per l’occasione il Ministero degli Esteri ha finanziato la ristampa del volume che sarà aggiornato con i racconti dei recenti eventi a Venezia, Trento e Roma. Inoltre le ultime pagine accoglieranno gli scritti dell’ambasciatore italiano a Tunisi e dell’ambasciatore tunisino in Italia. Un progetto che serve ad insegnare che la diversità è una ricchezza e non una minaccia. È così che un piccolo pesce partito dalla laguna è giunto fino all’oceano portando messaggi di pace e speranza. Non resta da chiederci: un’ulteriore tappa della mostra sarà in Texas?
Francesca Catalano